
Gaia Menga, 13 anni, ha perso la vita in un tragico incidente stradale mentre si trovava in auto con la madre, Giada Gerundo, e un’amica alla guida. La serata era trascorsa ad Anzio, dove avevano cenato, e stavano rientrando a Roma percorrendo la Laurentina. La conducente, alla guida di una Golf, avrebbe perso il controllo del veicolo a causa dell’alta velocità, provocandone il ribaltamento. Gaia, che si trovava sul sedile posteriore, è stata l’unica vittima dell’incidente.
Ora, oltre alla conducente Betty Sorsile, anche la madre di Gaia sarà processata per omicidio stradale. L’accusa è di non aver imposto alla figlia l’uso della cintura di sicurezza. L’incidente è avvenuto il 4 novembre 2023. Betty Sorsile ha chiesto il patteggiamento a due anni e dieci mesi di reclusione per omicidio stradale. Giada Gerundo, madre di tre figli, è invece chiamata a difendersi dall’accusa di negligenza.
Secondo il legale di Gerundo, Gino Salvatori, la donna avrebbe fatto indossare la cintura alla figlia: «Dimostreremo la sua innocenza. Ha già pagato con la perdita della figlia».
La vicenda richiama il caso di Gianmarco Ruspantini, un 18enne di Alatri morto in un incidente stradale. La conducente, una giovane donna, è accusata di omicidio colposo per non essersi assicurata che il passeggero indossasse la cintura di sicurezza. La Cassazione ha disposto un nuovo giudizio, sottolineando l’obbligo del conducente di garantire il rispetto delle norme di sicurezza da parte dei passeggeri.