In Veneto si respira aria di tensione. La questione del terzo mandato per i governatori regionali, su cui il governo Meloni ha espresso un chiaro no, ha acceso la miccia di una ribellione interna alla Lega. Al centro delle polemiche c’è Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, sostenuto con forza dai “lighisti”, i rappresentanti della Liga Veneta, che giudicano inaccettabile il diktat romano.
Il sondaggio e l’orgoglio della Liga Veneta
Un recente sondaggio riservato alimenta le speranze e la rabbia della Liga Veneta: una lista guidata da Zaia raggiungerebbe il 40% dei consensi. I numeri consolidano l’orgoglio leghista, già forte di 159 sindaci, 11.000 tesserati e un tasso di riconferma dei sindaci uscenti del 95%. Alberto Villanova, capogruppo della Lega in Regione, lancia un aut aut: “Il candidato del Veneto deve essere leghista, altrimenti corriamo da soli“.
La frattura con Salvini e il malumore contro Meloni
I governatori del Nord – Zaia, Attilio Fontana (Lombardia), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Maurizio Fugatti (Trento) – si mostrano compatti nel criticare l’approccio del leader Matteo Salvini, ritenuto troppo subordinato a Fratelli d’Italia. La scelta del governo di bloccare ogni deroga al limite dei mandati, già applicata al presidente campano Vincenzo De Luca, viene vista come un attacco diretto al cuore della Liga Veneta.

Meloni e le mire su Venezia
Il segretario veneto di Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto, e il ministro Luca Ciriani sostengono la necessità di mescolare le carte alle amministrative, puntando su un candidato meloniano per il Veneto. Tra i nomi possibili, oltre a Rizzetto, si fanno quelli di Ciriani, De Carlo ed Erica Donazzan. Ma la Liga non cede. Roberto Marcato, assessore e tra i fondatori della Liga Veneta, è stato chiaro: “La presidenza della Regione spetta alla Lega, altrimenti andiamo da soli. Per noi il Veneto è una religione, non possiamo accettare che Roma decida per noi”.
La conferenza stampa di Zaia e le prospettive future
Luca Zaia ha convocato una conferenza stampa martedì a Palazzo Balbi, a Venezia. Nonostante il no del governo, il presidente veneto non sembra intenzionato ad arrendersi. “Non ancora“, ha risposto a chi gli chiedeva se avesse archiviato l’ipotesi di ricandidatura. Le prossime settimane saranno decisive per capire se la Lega riuscirà a trovare un compromesso o se si arriverà a uno scontro diretto con gli alleati di centrodestra.