
La Corte d’Appello di Bologna ha confermato la condanna a 12 anni di carcere per Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida, rispettivamente figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne ritrovato morto l’11 maggio 2022 in un pozzo a Cerrè Marabino di Toano, nell’Appennino Reggiano. Il pozzo, situato vicino alla casa della vittima, era stato sigillato con una pesante lastra di ferro.
I due imputati, collegati in videoconferenza con l’aula, sono stati giudicati colpevoli di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona e truffa ai danni dello Stato. Durante il processo è emerso che Giuseppe Pedrazzini viveva in condizioni di isolamento, privato della possibilità di mantenere contatti con amici e parenti. La coppia, inoltre, avrebbe continuato a incassare la pensione dell’uomo anche dopo la sua morte, aggravando la loro posizione. L’accusa ha sottolineato le violenze e i soprusi subiti dalla vittima, privandola della libertà e sfruttandola economicamente.
L’avvocato difensore, Ernesto D’Andrea, ha annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione, dichiarando che Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida si professano innocenti e ritengono che le prove raccolte non giustifichino una condanna così pesante.
Parallelamente, un altro processo coinvolge Marta Ghilardini, vedova di Giuseppe Pedrazzini, accusata degli stessi reati. Il suo caso è attualmente trattato dal tribunale di Reggio Emilia.