
Dopo i recenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, la maggioranza sembra intenzionata a velocizzare l’approvazione del disegno di legge sulla sicurezza. Il provvedimento, già approvato dalla Camera lo scorso ottobre, ha visto un rallentamento al Senato, almeno fino alla scorsa settimana, in seguito ai disordini scaturiti dalla morte del giovane Ramy.
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Secondo alcune fonti parlamentari, il provvedimento è influenzato da osservazioni provenienti dal Quirinale. Questi rilievi riguarderebbero, ad esempio, la proposta di restringere l’uso di schede SIM per i migranti e la norma che prevede la detenzione delle donne in gravidanza, pensata per contrastare il fenomeno delle borseggiatrici che sfruttano la loro condizione per evitare l’arresto. Tale approccio è considerato eccessivamente generico, poiché non si distingue tra situazioni in cui si potrebbero verificare più gravidanze per eludere la giustizia e casi in cui la detenzione sarebbe applicata indiscriminatamente alle donne incinte.
Analoghe preoccupazioni emergono riguardo alle sanzioni per la resistenza passiva in carcere: ci si interroga se atti non violenti, come il rifiuto di cibo o di uscire per l’ora d’aria, possano essere considerati resistenza. Inoltre, ci sono dubbi anche sull’elenco delle opere pubbliche di interesse nazionale per cui è vietato manifestare, una lista che può essere modificata solo dal Parlamento.

Ultimamente, si è iniziato a discutere della possibilità di introdurre uno “scudo penale” per gli agenti delle forze dell’ordine. Tuttavia, questa questione non sarebbe ancora stata approfondita in modo concreto. Il ddl Sicurezza è ora sotto l’attenzione non solo del Quirinale, ma anche del Consiglio d’Europa, il quale ha messo in guardia su possibili derive autoritarie simili a quelle ungheresi. Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria del PD, ha commentato questo “gioco al rialzo” della maggioranza, sottolineando che ciò rappresenta una ammissione di insufficienza delle misure attualmente proposte.
All’interno della maggioranza, Lega e Forza Italia si mostrano favorevoli a una rapida approvazione del ddl, pur con alcune differenze di opinione su temi specifici come la detenzione delle madri. Al contrario, Fratelli d’Italia, attraverso Sergio Rastrelli, si dice “aperto a miglioramenti” del testo. Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha sottolineato l’importanza di concludere il provvedimento, mentre Riccardo Molinari della Lega ha ribadito la necessità di evitare modifiche che potrebbero comportare una terza lettura al Senato.
Il PD, pur apprezzando le aperture di FdI, critica la posizione della maggioranza, accusandola di voler utilizzare il provvedimento come strumento di propaganda. Francesco Boccia, presidente dei senatori dem, ha affermato che non c’è necessità di uno scudo penale per le forze dell’ordine, che dovrebbero seguire la Costituzione e le leggi italiane.
Infine, il M5S ha espresso la sua contrarietà all’idea di uno scudo penale, considerandola un inaccettabile ribaltamento dell’ordinamento giuridico. Anche altri partiti, come Avs e Azione, hanno manifestato preoccupazione per questa prospettiva, mentre più Europa ha chiesto un approfondimento sui casi in cui l’operato delle forze dell’ordine possa essere messo in discussione.