
Nel 2024 sono stati segnalati 1.045 casi di morbillo nel nostro Paese, un aumento significativo legato al calo delle vaccinazioni. Secondo i dati, l’85% delle infezioni è concentrato in otto regioni, tra cui Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Sicilia. La Provincia autonoma di Bolzano registra l’incidenza più alta, con 67 casi per milione di abitanti, seguita da Sicilia, Abruzzo e Lazio. A livello nazionale, il dato si attesta a 17,7 casi per milione.
La trasmissione è nota solo per il 42% dei casi. Le infezioni si sono verificate principalmente in ambito familiare, ma anche in contesti sanitari (21,6%), durante viaggi internazionali (16,9%), sul lavoro (10,3%) e in ambito scolastico (5,9%). Circa il 90% dei contagiati non era vaccinato. L’età media dei casi è di 30 anni, con una concentrazione tra i 15 e i 39 anni, ma l’incidenza più alta si osserva nei bambini sotto i 4 anni, con 126,9 casi per milione tra i neonati.
La copertura vaccinale nel nostro Paese è inferiore al 95%, soglia raccomandata per l’immunità di comunità. Questo aumenta il rischio di complicanze, che hanno colpito circa un terzo dei contagiati, tra cui epatite, polmonite e, in un caso, encefalite in un adulto non vaccinato. La metà dei pazienti è stata ricoverata in ospedale, mentre il 18,8% si è recato in Pronto Soccorso.
Anna Teresa Palamara, dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolinea: «Il morbillo può essere pericoloso per tutte le fasce d’età. Il vaccino resta fondamentale per prevenire gravi conseguenze».