
La bambina di otto anni si trovava nel dojo, la palestra di arti marziali che frequentava da tempo. Come di consueto, aspettava i genitori, anch’essi lì per allenarsi. Quando l’insegnante è entrato per dare un’occhiata, ha scoperto che un uomo di 47 anni, un vecchio amico, stava toccando l’inguine della ragazza. Il maestro ha reagito immediatamente, inveendo contro l’uomo, che ha subito cercato di fuggire. La piccola, in lacrime, ha confessato: «Mi stava costringendo a fare cose che non volevo». Tuttavia, per la Procura, la zona toccata non viene considerata erogena, e c’è il rischio che il caso venga archiviato.
L’incidente è avvenuto nell’estate del 2023 a Torino. La bambina era al dojo da quando aveva tre anni, e i suoi genitori si allenavano lì regolarmente. Quel giorno, dopo la lezione, attendeva che mamma e papà terminassero la loro sessione in una stanza vicina. Non era sola: con lei c’era un uomo di 47 anni, psicologo e amico dell’insegnante. Secondo il racconto della bambina, riportato dal Corriere della Sera, l’uomo l’avrebbe persuasa – «costretta», secondo le parole della piccola – a fare una verticale, mentre lui le teneva le caviglie. Successivamente, le avrebbe chiesto di appoggiare le gambe sulle sue e avrebbe iniziato a massaggiarla, salendo fino a toccare la zona delle mutandine.
Non appena il maestro ha notato la scena, ha subito reagito, intimando all’uomo di fermarsi, il quale è scappato. Dopo l’accaduto, il maestro ha avvisato i genitori, che hanno presentato denuncia. La bambina ha successivamente raccontato la sua esperienza a una psicologa, e l’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati per violenza sessuale su minori. Solo due giorni dopo è stata presentata una prima richiesta di archiviazione, alla quale l’avvocato della famiglia ha opposto resistenza, portando il giudice a ordinare un supplemento d’indagine. Sono stati ascoltati sia il maestro che la bambina, che, nonostante fosse passato un anno, ricordava ancora dettagli dell’accaduto.
Tuttavia, per la Procura, il massaggio non avrebbe alcuna connotazione sessuale, poiché la zona toccata non viene considerata erogena. La famiglia della ragazza è sconvolta e teme l’archiviazione del caso. Recentemente, è stata presentata un’altra richiesta di opposizione.
Lo psicologo, interrogato, ha affermato che era stata la bambina a voler fare la verticale e che, dopo aver notato la sua tristezza, l’aveva massaggiata per «farla sorridere». Nella seconda richiesta di archiviazione, viene sottolineata l’assenza di «elementi per dimostrare la volontà dell’indagato di compiere atti a valenza sessuale con la minore».