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Federico Manca, morto a Budapest il campione di scacchi colpito da malore improvviso: “Il più forte giocatore padovano della storia”

Pubblicato: 17/01/2025 14:04
Federico Manca morto scacchi

Il mondo degli scacchi piange la scomparsa di Federico Manca, 56enne scacchista padovano, morto giovedì 16 gennaio all’ospedale di Budapest dopo giorni di ricovero in condizioni gravissime. Manca era stato colpito da un infarto mentre passeggiava per la capitale ungherese alla vigilia di Natale. Nonostante i soccorsi, arrivati probabilmente in ritardo, le sue condizioni erano peggiorate progressivamente, fino al decesso causato da gravi danni cerebrali e un blocco renale.
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Una perdita incolmabile per il mondo degli scacchi

“Sono costernato – ha dichiarato Gaetano Quaranta, presidente del circolo scacchistico padovano –. Perdo un grande amico e una bellissima persona, nonché il miglior scacchista padovano della storia. Era il maestro di scacchi di mio figlio Cristiano, e il nostro rapporto era basato su profonda stima e amicizia. Sono in contatto costante con la moglie per aiutarla nelle procedure necessarie al trasferimento della salma e per i funerali”.

Manca lascia la moglie Barbara, conosciuta durante l’Erasmus in Italia, e una figlia di 18 anni. La famiglia sta organizzando il trasporto della salma a Padova, mentre sono in corso gli espletamenti burocratici per il rientro. La data del funerale sarà comunicata nei prossimi giorni.

Una carriera straordinaria

Considerato il miglior giocatore padovano della storia, Manca era stato parte della squadra Obiettivo Risarcimento, vincitrice di 14 scudetti. La sua carriera aveva toccato uno dei punti più alti nel 1990 con la vittoria di un torneo internazionale proprio a Budapest, che sembrava proiettarlo tra i migliori giocatori del mondo. Successivamente, la sua carriera ha vissuto alti e bassi, ma Manca è rimasto un riferimento nel panorama scacchistico italiano. La comunità scacchistica e la città di Padova ricordano Federico Manca non solo per i suoi successi, ma anche per il suo impegno e la passione per una disciplina che lo ha reso un simbolo per molti appassionati.

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