Vai al contenuto

La 13enne in classe: “Qui dormo perché di notte ho paura papà uccida mamma”

Pubblicato: 18/01/2025 10:09

A Torino, una ragazzina di 13 anni ha trovato il coraggio di denunciare il padre, ponendo fine a mesi di violenze e minacce che avevano reso la sua vita e quella della madre un incubo. Grazie alla sua determinazione e alla prontezza di un’insegnante, la vicenda ha avuto un epilogo positivo con l’arresto dell’uomo.

La scoperta della violenza

La drammatica situazione è emersa dopo un episodio avvenuto a scuola, quando la tredicenne si è accasciata sul banco a causa di un apparente malore. Portata in ospedale, i medici non hanno riscontrato problemi fisici, ma un’insegnante attenta ha intuito che dietro quel malessere potesse esserci altro. Grazie all’intervento dello psicologo scolastico, la giovane ha trovato il coraggio di raccontare la sua storia.

Le minacce e il terrore in casa

Secondo la testimonianza della ragazza, il padre, spesso armato di coltelli, minacciava di uccidere la madre. “Non riuscivo a dormire, sentivo il rumore dei coltelli e dei passi di mio padre. Avevo paura che uccidesse mia madre mentre dormiva”, ha dichiarato la tredicenne. Il suo racconto, dettagliato e preciso, è stato fondamentale per far scattare le indagini.

L’arresto e la condanna

Le sue parole, messe nero su bianco in un verbale di quattro pagine, hanno portato all’arresto del padre, un uomo di 52 anni. L’uomo è stato condannato a due anni di reclusione con la condizionale, subordinata all’obbligo di frequentare un centro per uomini violenti.

Un nuovo inizio per la famiglia

Nel frattempo, la madre della ragazza ha iniziato una nuova vita con le sue due figlie. Grazie al supporto ricevuto, è riuscita a trovare un impiego stabile come operatrice socio-sanitaria e a garantire un futuro sereno alle sue bambine. La donna ha ottenuto l’affidamento esclusivo delle figlie e oggi si definisce autonoma e determinata.

Un esempio di intervento efficace

Questo caso rappresenta un esempio positivo di come un sistema di protezione ben strutturato possa salvare vite. L’applicazione del “codice rosso” e la rapidità dell’indagine hanno permesso di mettere al sicuro la famiglia e garantire giustizia. La sensibilità dell’insegnante, la prontezza delle autorità e il coraggio della tredicenne hanno impedito che la situazione degenerasse, dimostrando l’importanza di non sottovalutare mai i segnali di allarme e di intervenire tempestivamente.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure