
Il sindaco di Milano Beppe Sala si è espresso duramente contro la posizione del Pd sul limite ai mandati per amministratori locali, definendola antistorica. Dopo essersi già dichiarato favorevole al terzo mandato due giorni fa, Sala ha ribadito il suo sostegno ai governatori di Campania e Veneto, Vincenzo De Luca e Luca Zaia, entrambi schierati contro il veto.
Sala ha sottolineato come il Pd dovrebbe valorizzare il ruolo degli amministratori locali: “Gli amministratori locali devono essere una forza per il partito”, ha detto il sindaco, “così come lo sono sempre stati nella storia. Non vorrei che fossero visti con fastidio, perché è una posizione sbagliata”.
Sala e la mancata coerenza del Pd
Sala ha accusato il partito di mancare di coerenza, evidenziando la disparità tra le regole per i Comuni e quelle per il Parlamento o il contesto europeo. Ha inoltre messo in dubbio la democraticità della scelta, ricordando che in Europa non esistono limiti al numero di mandati: “Il Pd si chiama democratico”, ha affermato. “Siamo una democrazia diversa? Mi pare una posizione antidemocratica.

Sala ha rigettato l’idea che sindaci e governatori abbiano troppo potere, sottolineando invece le difficoltà quotidiane nel governare: “Vorrei che qualcuno stesse al mio fianco per una settimana per capire che continuamente devo fare le nozze con i fichi secchi. Non abbiamo tutto questo potere. Se mai c’è il potere del cittadino elettore di mandarci a casa“. Il Primo Cittadino ha poi criticato il Parlamento, dove molti membri non sono direttamente scelti dagli elettori, ma imposti dai partiti.
Concludendo, Sala ha riconosciuto che è improbabile che il terzo mandato diventi regola in Italia, ma ha posto una domanda al suo partito: “Mi interessa sapere come la pensa il partito per cui voto e ho sempre votato, il Pd”. Il dibattito rimane acceso, mentre la posizione del Pd si scontra con quella di Sala e altri amministratori che vedono nel terzo mandato una possibilità di rafforzare il legame con i cittadini.