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Sinner cambia strategia. Chi è Lord Dyson, il veterano inglese scelto per la difesa al processo per doping

Pubblicato: 18/01/2025 15:33

La strategia legale di Jannik Sinner, numero uno del mondo, subisce un cambio significativo in vista del processo al Tas di Losanna, previsto per il 16 e 17 aprile. Il team legale del tennista italiano ha deciso di sostituire l’arbitro scelto inizialmente, Jeff Benz, con Lord John Dyson, un giurista inglese di altissimo profilo ed ex giudice della Corte Suprema del Regno Unito.

Chi è Lord Dyson?

Classe 1943, Lord Dyson è noto per la sua esperienza giuridica e la sua integrità. È membro di Sport Resolutions, un tribunale indipendente che aveva già dichiarato Sinner innocente in un precedente giudizio, stabilendo che la positività al Clostebol fosse “senza dolo o negligenza“. Questa scelta rappresenta una mossa strategica per rafforzare la difesa di Sinner, che rischia da uno a due anni di squalifica per presunta negligenza, su richiesta dell’Agenzia Mondiale Antidoping.

Un collegio arbitrale d’eccezione

La presidenza del collegio arbitrale è stata affidata a Jacques Radoux, giudice lussemburghese ed ex tennista, noto per la sua competenza giuridica e la conoscenza del mondo sportivo. Radoux, già capitano della squadra di Davis del Lussemburgo, è stato scelto per la sua capacità di comprendere sia gli aspetti legali che quelli atletici del caso. L’arbitro indicato dalla Wada è Ken Lalo, presidente della federazione israeliana di sport equestri, noto per la sua intransigenza su questioni di doping.

La posizione di Sinner

Jannik Sinner si dice ottimista: “So di non aver fatto niente, ma so anche che non posso controllare ciò che succederà”. La sua difesa si basa sulla convinzione che la positività al Clostebol – una quantità infinitesimale di steroide trovata nei suoi test – sia avvenuta senza dolo.

Il collegio arbitrale dovrà valutare la documentazione presentata dalle parti, con la Wada che punta a una squalifica esemplare e il team di Sinner determinato a dimostrare l’assoluta buona fede dell’atleta. Una decisione sfavorevole non influenzerebbe i risultati ottenuti dal giocatore fino al momento della sentenza, ma metterebbe in discussione il prosieguo della carriera del miglior tennista al mondo. La posta in gioco è altissima, e il mondo del tennis attende con ansia il verdetto di un caso che potrebbe segnare un precedente importante in materia di giustizia sportiva.

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