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Colonnine per auto elettriche, l’ennesimo flop in Italia. Cosa è successo con l’ultimo bando

Pubblicato: 20/01/2025 13:45
colonnine di ricarica

Dopo un’accelerazione che sembrava inarrestabile e pronta a sostituire nel giro di pochissimi anni il mondo della mobilità, le auto elettriche hanno subito invece una brusca frenata. A testimonianza di questo, oltre ai dati internazionali sul calo della produzione e della vendita di tali mezzi, ci sono anche i dati diffusi da aziende e associazioni di categoria che certificano un vero e proprio flop dei bandi indetti dal ministero dell’Ambiente, che avrebbero dovuto dotare l’Italia di una rete capillare di colonnine di ricarica rapida per i veicoli a batteria. Il Pnrr avrebbe dovuto incentivare la costruzione di oltre 18mila colonnine nel nostro Paese, ma se tutto va bene ne verranno realizzate appena 3.800, poco più di un sesto di quelle preventivate. Dei 640 milioni messi a disposizione dal governo, ne sono stati assegnati soltanto 96: 52,7 per realizzare stazioni di ricarica nei centri urbani e 43,9 milioni per le strade extraurbane. Cosa ci racconta questo fenomeno?
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A parte che nelle casse del ministero dell’Ambiente ora avanza un tesoretto da circa mezzo miliardo di euro di fondi Pnrr che il governo – a quanto apprende Open – starebbe pensando di dirottare altrove per non rischiare di doverli restituire all’Europa, il flop dei bandi per le colonnine di ricarica ci raccontano il pessimo momento delle auto elettriche. Tra le cause del flop del primo bando risalente al 2023 c’erano i tempi di realizzazione stringenti imposti dal Pnrr, le complessità legate all’individuazione delle aree idonee ma anche la reticenza degli operatori del settore a investire laddove la domanda di mobilità elettrica era ancora molto bassa e non garantiva un rientro dall’investimento. Stesse problematiche riscontrate nel nuovo bando, quello del 2024, con qualche aggiustamento. Ma sono comunque arrivate poche offerte.

Il terzo bando è stato sicuramente più attrattivo, ma non ha prodotto i risultati sperati, e infatti gran parte dei soldi messi a disposizione dal ministero sono rimasti inutilizzati. A questo punto – spiega Gianluca Brambilla su Open – il governo Meloni si trova di fronte a un bivio: “Pubblicare per l’ennesima volta un bando per la costruzione di colonnine di ricarica (con il rischio che vada esattamente come i bandi precedenti) oppure spostare le risorse altrove, così da non dover restituire la somma a Bruxelles?”. In questo momento, spiegano a Open fonti del ministero dell’Ambiente, si stanno vagliando tutte le ipotesi. “La linea che prevale, però, è quella secondo cui sia ormai inutile accanirsi su un altro bando, considerato che finora il mercato non ha risposto come si sperava“.

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