
Dopo oltre 17 anni vissuti nell’ombra all’interno di una fabbrica, una giovane ragazza è stata finalmente trovata. Ignorata dal sistema scolastico e da quello sanitario, non ha mai avuto l’opportunità di socializzare con compagni di classe, amici, insegnanti o medici.
Questa ragazza, oggi maggiorenne, è stata scoperta qualche mese fa in un calzaturificio a Mazzano, in provincia di Brescia, durante un’operazione della polizia locale e della guardia di finanza, come riportato da Bresciaoggi. Di origini cinesi, come i proprietari della fabbrica, era stata registrata all’anagrafe di Rovigo nel 2006, alla nascita. Da quel momento in poi, di lei non si è saputo più nulla, e oggi fatica persino a esprimersi in italiano. Non ha mai frequentato la scuola, né ha visto un medico. La sua unica realtà è stata quella della fabbrica di calzature, dove ha lavorato insieme alla madre. La loro storia è quella di tante altre persone di origine cinese, spesso invisibili alla burocrazia, che trascorrono le giornate in condizioni precarie, mangiando al bancone e dormendo in spazi angusti e inadeguati.
Cosa accadrà ora per la ragazza di Brescia? Adesso il suo destino è nelle mani degli uffici della Questura di Brescia, che dovranno fornirle il permesso di soggiorno e i documenti necessari, come il certificato di nascita, per poter vivere e lavorare legalmente in Italia, inclusi la carta d’identità e la tessera sanitaria. Questa nuova vita non dovrà più nascondersi nei recessi di una fabbrica. Nel frattempo, le indagini della guardia di finanza di Brescia e Salò continuano, cercando di svelare altre situazioni simili a quella di Mazzano: fabbriche e stabilimenti nel Nord Italia dove il lavoro nero prospera, caratterizzato da sfruttamento, mancanza di diritti, e violazioni delle normative di sicurezza e fiscali.