
Il mondo delle truffe online è sempre più vasto e in agguato. Ogni giorno i malviventi se ne inventano una per provare a fregarci dati e soldi. E spesso i primi, cioè i dati, sono molto più preziosi del denaro. In questo articolo vediamo alcune delle truffe più diffuse, come riconoscerle e come difendersi. Partiamo da una delle truffe più riuscite e più elaborate: la truffa del mulo. L’aggancio delle vittime (“Salve, posso parlarle un attimo?”) avviene sulle principali app di messaggistica. Da WhatsApp a Instagram oppure via Sms. Come spiega il Corriere nella sua guida, i truffatori, attraverso dei semplici compiti, inizialmente fanno pervenire dei pagamenti alle vittime contattate. “Ingolositi dai (modici) pagamenti, vengono richiesti compiti più complessi, come versamenti più cospicui, con promesse di ritorno maggiore. Ma la verità è che non sono più risposti i pagamenti e dopo diversi bonifici, che si possono calcolare anche in svariate migliaia di euro, i truffatori spariscono“. Vediamo ora alcune delle altre truffe più diffuse.
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Oltre alla truffa del mulo, una molto diffusa è “wangirivi”, dal giapponese “squillo e giù”. In Italia la conosciamo come la truffa della chiamata senza risposta. Si riceve una chiamata senza risposta da un numero estero: “Se la vittima richiama, viene automaticamente indirizzata verso un numero a pagamento in grado di addebitare uno o due euro in pochi secondi”. Ma da poco i truffatori hanno introdotto una novità: hanno infatti trovato lo stratagemma per tenere la chiamata aperta il più a lungo possibile e così far lievitare la somma di denaro. Quando la vittima richiama, viene riprodotto il suono di un numero che squilla facendo sì che creda di essere in attesa quando invece è già connesso alla chiamata e gli stanno rubando credito. Il Corriere invita inoltre a stare attenti a un messaggio di questo tipo: “Ti ho inviato un codice per sbaglio, potresti rimandarmelo?”, seguito da un codice a 6 cifre. Il problema è che il mittente sembra apparentemente uno dei contatti della nostra rubrica.

Infine, si segnalano le truffe via Sms. I malfattori inviano un messaggio di testo che replica in modo più o meno credibile le richieste di un’organizzazione: un corriere, un istituto bancario oppure un ecommerce. Qui dobbiamo ricordarci che nessun ente o servizio chiederà dati sensibili per Sms, telefonate o email, dunque non rispondete mai a questi messaggi ed eliminateli senza cliccare mai sul link contenuto nel messaggio. Occhio da questo punto di vista soprattutto all’Sms che ci avvisa di un falso accesso abusivo dal nostro conto corrente con l’invito al click e poi il link. Per i genitori, attenzione al messaggio di un “sedicente” figlio che dice di aver “rotto, perso o bagnato” il telefono e fornisce un nuovo numero cui contattarlo. “Naturalmente, chattando con questo numero che ritiene quello del figlio, il genitore riceve la richiesta di dati personali, bancari e simili. Con i quali vieni, ovviamente, vuotato il conto corrente”. Infine, si sta diffondendo anche la truffa dei falsi messaggi di IT Alert, il servizio di allerta nazionale.