
Dopo 50 giorni, Maria Cristina Pugliese, la 27enne trovata senza vita il 1° dicembre scorso a Caldiero, in provincia di Verona, potrà finalmente ricevere una degna sepoltura. La sera del 19 gennaio è stato dato il nullaosta per i funerali, un momento di conforto per la famiglia che, durante una fiaccolata organizzata il giorno precedente, aveva chiesto che il corpo fosse restituito per l’ultimo saluto. Intanto, le indagini sulla morte della giovane restano aperte, mentre si cerca di capire se si sia trattato di suicidio o di femminicidio.
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Tracce di sangue nel bagno e indagini del Ris
Il corpo di Maria Cristina era stato rinvenuto nel bagno di casa con un flessibile della doccia intorno al collo. Nel luogo del ritrovamento sono state individuate tracce di sangue, sebbene sul corpo della vittima non siano state rilevate ferite evidenti. Gli investigatori del Ris procederanno ora con un’analisi del DNA per stabilire l’origine di quelle tracce. L’indagato principale è il compagno di Cristina, Marco Cristofori, 40 anni, accusato di omicidio volontario.
Il ritrovamento del corpo e le dichiarazioni dei testimoni
A scoprire il corpo è stato un amico di origine marocchina di Cristofori, che, incontrato al bar, aveva accolto la richiesta di aiutarlo a cercare la compagna scomparsa. Secondo una testimonianza, dopo il ritrovamento del cadavere, Marco avrebbe lasciato la casa, chiudendo a chiave l’amico all’interno, per poi tornare al bar. Il supertestimone, rimasto chiuso in casa, sarebbe riuscito a uscire dalla finestra, raccontando poi l’accaduto a un vicino.
I dubbi sul comportamento del compagno
La mattina del 1° dicembre, Cristofori si era recato in un bar di Caldiero, il Gallery, per chiedere aiuto a cercare Cristina. La titolare, Anna Bertolazzo, ha raccontato che Marco era apparso diverso dal solito e che presentava una mano sporca di sangue, con segni che sembravano essersi asciugati. Secondo quanto riferito, Marco aveva accennato a una lite con Cristina avvenuta la sera prima, durante la quale avevano festeggiato con amici, bevuto due bottiglie di alcol e rotto un tavolo. Gli investigatori continuano a lavorare per fare luce su una morte che lascia aperti troppi interrogativi. L’esame del DNA e ulteriori accertamenti saranno fondamentali per chiarire i contorni di una vicenda che ha sconvolto la comunità di Caldiero.