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Cpr di Gradisca in fiamme per la rivolta, manganelli e lacrimogeni: “Insostenibile, può scapparci il morto”

Pubblicato: 22/01/2025 16:45

Nuove proteste e tensioni sono esplose nel centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo, dove le forze dell’ordine in assetto antisommossa sono intervenute con manganelli e lacrimogeni per fronteggiare le azioni dei migranti rinchiusi nella struttura. La protesta è nata lunedì, quando un migrante, nel tentativo di fuggire arrampicandosi sul tetto, è caduto riportando ferite. Successivamente, nella giornata di martedì, la situazione è ulteriormente degenerata con danni agli impianti idraulici ed elettrici e incendi appiccati all’interno della struttura.

Circa trenta persone sono salite sul tetto per manifestare contro le condizioni di vita all’interno del centro e per denunciare presunti episodi di violenza. “Protestavano contro le condizioni degradanti e le violenze subite”, riferiscono associazioni vicine ai migranti. Durante gli scontri, le forze dell’ordine sono state bersagliate da lanci di oggetti, tra cui sassi e pezzi di metallo. Un video diffuso dai movimenti No Cpr mostra finanzieri che, armati di manganelli, cercano di far rientrare alcuni ospiti nei settori del centro.

Le associazioni hanno denunciato “abusi e pestaggi” avvenuti durante e prima delle proteste. “Un ragazzo ferito, che chiedeva cure in infermeria, sarebbe stato aggredito proprio lì”, dichiarano, aggiungendo che alcune persone sarebbero state trasferite in altri centri considerati punitivi. “In queste ore vengono prelevate persone e portate via davanti ai compagni”, scrivono dai movimenti No Cpr.

Secondo i sindacati di polizia, almeno nove agenti sono rimasti feriti. “I poliziotti sono stati colpiti da oggetti pesanti mentre proteggevano i vigili del fuoco impegnati a spegnere gli incendi”, spiegano. Il segretario generale di Fsp Veneto, Maurizio Ferrara, ha sottolineato: “La situazione non è più sostenibile. Quel centro è una bomba a orologeria. Gli impianti di sicurezza sono inadeguati, e la capienza viene sistematicamente superata. Rischiamo che ci scappi il morto”.

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