
Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, ha tracciato il terzo bilancio sulla gestione della giustizia del governo. Il ministro, parlando dal Senato, ha sottolineato che questa amministrazione ha l’ambizione di restare in carica per tutta la legislatura. La riforma che più di tutte si punta a completare è quella sulla separazione delle carriere tra giudicante e requirente, prevista per il 2025.
Il principale obiettivo: separazione delle carriere
Nordio ha spiegato che la riforma della separazione delle carriere è il passo fondamentale da portare a termine entro l’estate del 2025. Il ministro si è detto soddisfatto del fatto che una parte dell’opposizione abbia manifestato adesione alla proposta, seppur con riserve. L’aspetto più controverso del suo discorso, in ogni caso, è stato l’attacco diretto ai pubblici ministeri.
L’attacco ai pubblici ministeri: “Superpoliziotti senza responsabilità”
Secondo Nordio, i pubblici ministeri sono già dei superpoliziotti, con un potere immenso che, però, non è accompagnato da altrettante responsabilità. “Nel sistema attuale, il pm non solo dirige le indagini, ma le crea addirittura, svincolato da qualsiasi parametro e controllo,” ha sottolineato il ministro, facendo riferimento alla cosiddetta “clonazione del fascicolo”, un meccanismo che può esporre le persone a indagini lunghe e senza fine, causando danni economici irreparabili.

Polemiche sul sorteggio dei giudici
In merito alle polemiche sul sorteggio dei giudici, Nordio ha difeso il sistema, affermando che è impensabile che nel “canestro” del CSM vengano scelti giudici inetti o poco preparati, perché i candidati sono selezionati tra professionisti competenti.
Bilancio dell’anno passato: focus sulla sicurezza e immigrazione
Il ministro ha poi fatto il punto sulle misure adottate nel 2024, che, secondo lui, rispondono all’esigenza di proteggere beni giuridici primari, come la sicurezza nazionale e il contrasto all’immigrazione clandestina. A tal proposito, ha ricordato la ratifica del protocollo Italia-Albania per rafforzare la collaborazione in materia migratoria, l’introduzione del decreto sui Paesi sicuri e lo spostamento delle competenze in materia di immigrazione alle Corti d’appello.
Carceri: no all’amnistia, ma ristrutturazione in corso
Sul tema del sovraffollamento carcerario, Nordio ha escluso l’amnistia, ritenendola un segno di debolezza dello Stato e un incentivo alla recidiva. Al contrario, il governo punta alla ristrutturazione degli istituti penitenziari per aumentare la capacità delle celle, mentre viene introdotto un commissario straordinario per l’edilizia carceraria, in carica fino al 2026.

Riduzione degli arretrati: obiettivi raggiunti
Il ministro ha poi evidenziato i risultati ottenuti nella riduzione degli arretrati giudiziari. Per quanto riguarda l’arretrato civile, l’obiettivo di riduzione del 95% entro dicembre 2024 è stato superato, con una riduzione del 99,1% nelle corti d’appello e del 91,7% nei tribunali.
Il Processo Penale Telematico: difficoltà e soluzioni
Nel settore penale, Nordio ha ammesso che l’introduzione del Processo Penale Telematico ha causato difficoltà operative. Diversi tribunali e procure, infatti, hanno sospeso temporaneamente l’obbligo di utilizzo delle modalità telematiche per il deposito degli atti, continuando con il sistema cartaceo. Nonostante ciò, il ministro ha garantito che le difficoltà saranno completamente superate entro la fine dell’anno.
In conclusione, Nordio ha sottolineato che il bilancio del governo in materia di giustizia mostra un cammino positivo, ma ha ribadito la necessità di proseguire sulla strada della riforma per rafforzare la stabilità del sistema giuridico e assicurare che l’Italia possa affrontare le sfide future con maggiore efficienza.