
La Francia, già sconvolta dal processo a Dominique Pelicot, l’uomo che per 20 anni ha fatto violentare la propria moglie da 50 sconosciuti dopo averla drogata, si confronta ora con una storia – se possibile – ancora più orrenda e spaventosa. Ed è la tragica vicenda della piccola Amandine, una ragazzina 13enne morta per fame e stenti dopo essere stata umiliata e seviziata per tutta la vita da sua madre.
La ragazzina è morta per un arresto cardiaco nel 2020: al momento del decesso pesava 28 chili, aveva i denti spezzati, i capelli strappati e segni di sevizie indicibili. Secondo la ricostruzione dei medici, Amandine è stata fatta morire di fame dalla madre , vittima di uno stato di deperimento estremo, unito a setticemia.
Il processo a Montpellier
In questi giorni si è aperto a Montpellier il processo contro la madre, Sandrine Pissarra, 54 anni. La donna è proprietaria di un salone per unghie. I giudici la accusano di “atti di tortura” e “barbarie”, e per questi reati la Pissarra rischia l’ergastolo. Coimputato nel processo il compagno, Jean-Michel Cros, 49 anni. Il verdetto dovrebbe arrivare entro venerdì.

La madre di Amandine aveva chiamato i soccorsi nel 2020, quando la ragazzina è stata sopraffatta dagli stenti. Durante il primo interrogatorio, aveva affermato che la figlia soffriva di disturbi alimentari, specificando che il giorno prima di morire Amandine si era nutrita con una zolletta di zucchero, marmellata e una bevanda proteica. Secondo la donna, la figlia aveva vomitato e poi smesso di respirare.
La svolta e la confessione
La svolta è arrivata martedì in aula, quando l’aguzzina ha ammesso per la prima volta le sevizie inferte alla figlia. Questo perché il giudice, Eric Emmanuelidis, le ha fatto ascoltare un audio fornito dai vicini che avevano registrato la voce di Pissarro e le urla disperate di Amandine. Poi le ha mostrato una foto del cadavere della figlia.
“Signora”, ha chiesto il magistrato, “riconosce le violenze commesse contro Amandine tra il 2014 e il 2020?”. Pissarro ha risposto affermativamente. “Così come riconosce gli atti di tortura e di barbarie commessi”, ha incalzato il giudice, “in particolare le umiliazioni, il confinamento in una stanza per settimane, l’averla fatta soffrire di fame?”. Ancora una volta la donna ha confermato.
Le violenze durante il Covid
Pissarra è madre di otto figli avuti da tre padri diversi. A Maggio è stata arrestata e posta in custodia cautelare per le violenze sulla figlia, durate per sei anni e peggiorate durante il periodo del Covid. “Non c’è dubbio che Amandine abbia subito una violenza distruttiva e parossistica per mano della madre”, ha affermato il giudice istruttore. “Il cui unico scopo era quello di trascinarla in un’agonia vergognosa e umiliante”.

Le testimonianze di altri figli
Dall’infanzia, Amandine subiva sevizie: le era negato il cibo, veniva percossa e chiusa in uno sgabuzzino videosorvegliato. A confermare il folle sadismo della donna sono intervenuti anche altri figli con le loro testimonianze. Cassandra, 29 anni, ha affermato che “la mia infanzia è stata l’inferno in terra, tutti i giorni”.
Fra le violenze subite, Cassandra ha raccontato di essere stata rinchiusa per tre giorni senza cibo per aver dimenticato un quaderno a scuola. La madre la sottoponeva a turni di pulizia domestica dalle 5 del mattino ogni giorno. “Se non venivano svolti correttamente, venivamo picchiati, schiaffeggiati. Una volta mi ha spaccato la testa con un manico di scopa”, ha spiegato la ragazza, che a 18 anni aveva abbandonato la famiglia.
Le responsabilità dei servizi sociali
Il figlio Jeremy, 29 anni, è esploso contro la madre in tribunale e le ha urlato: “Ammetti che sei solo una criminale. Assumiti le tue responsabilità”. Interrogato, il giovane ha spiegato al giudice di avere subito dalla madre minacce di morte e punizioni assurde e disumane.
Ma il lato più oscuro e disturbante della vicenda, forse, sta nell’inerzia dimostrata da chi sarebbe dovuto intervenire. Le violenze di Sandrine Pissarra, infatti, erano state segnalate, e c’erano stati tre ricorsi al giudice dei minori nel 2010, 2011 e 2014 dopo le segnalazioni della scuola di Amandine. Nonostante l’orrore che si stava verificando, l’assistenza sociale non è mai intervenuta. Ed è la mancanza di protezione per una povera bambina, nonostante le testimonianze e le segnalazioni, che lascia davvero attoniti e sconvolti.