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“Teppista, un nemico”. La propaganda di Putin si scaglia contro Donald Trump

Pubblicato: 24/01/2025 07:31

Anche con una mente lucida, le emozioni intense continuano a predominare. Dopo il post di mercoledì e le affermazioni fatte ieri in collegamento dalla conferenza di Davos, i media russi e la propaganda patriottica hanno adottato un nuovo atteggiamento nei confronti di Donald Trump, con il quale fino ad ora si erano mostrati cauti, se non addirittura deferenti. Il cambiamento di rotta è stato avviato da Dmitry Peskov, il portavoce di Vladimir Putin, il quale ha dichiarato che il governo russo sta «monitorando con attenzione» ogni dichiarazione del nuovo presidente americano. «Finora non abbiamo notato elementi di novità. Durante il suo primo mandato, Trump è stato il presidente statunitense che ha applicato più sanzioni contro di noi. Questo è un approccio che gli è sempre piaciuto. Siamo aperti al dialogo, ma deve essere equo e rispettoso».
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La reazione ufficiale è quella di osservare senza intervenire, almeno per il momento. Tuttavia, è chiaro che i toni forti e le affermazioni che potrebbero essere considerate provocazioni da parte di Trump non tarderanno ad arrivare. Prima ha affermato che la Russia «ha assistito» gli Stati Uniti nella vittoria della Seconda guerra mondiale, e poi, durante il suo intervento a Davos, ha definito «assolutamente ridicolo» il risultato delle recenti elezioni presidenziali russe. Più delle proposte che potrebbero emergere, sembra che ciò che conta sia l’assenza di rispetto nei confronti di Putin, che ha sempre richiesto di essere trattato come un pari dai leader occidentali, e che negli ultimi due anni ha accusato gli Stati Uniti e l’Europa di avere un atteggiamento egemonico nei confronti della Russia.

Aleksander Kots, un noto corrispondente di guerra, è tra i più diretti nel sottolineare il contrasto tra i due leader. «Forse Trump», che lui descrive come un «politico da bar», non ha una buona comprensione di Putin. «E quindi, ignora che il nostro presidente non usa i social media, appartiene a un’epoca precedente a TikTok, quella in cui i leader seri si confrontavano su temi di rilievo. Inoltre, ricordiamo alla Casa Bianca che la spina dorsale del Terzo Reich è stata spezzata a Stalingrado, non in Normandia, dove gli americani sono sbarcati quando era già chiaro chi avrebbe prevalso».

Il cambiamento nella percezione del nuovo presidente americano è stato evidenziato anche mercoledì sera da Vladimir Soloviov, uno dei conduttori di talk show più seguiti in Russia. «Non dobbiamo ingannarci: Trump è senza dubbio un nostro nemico sistemico». Questa opinione è stata condivisa anche dal generale Andrei Gurulev, deputato della Duma e vicepresidente della Commissione Difesa, che ha affermato: «L’unico obiettivo degli americani è quello di dominare il mondo attraverso l’intelligenza artificiale». Un altro generale, Leonid Ivlev, ha commentato: «Trump sta lanciando un mix di ultimatum, insinuazioni e minacce in risposta alle posizioni serie di Putin. Se ha scelto di rivolgersi alla Russia con la minaccia, si sta mettendo in una posizione difficile».

Indipendentemente dai contenuti, le prime uscite pubbliche di Trump sembrano segnare la fine delle aspettative su un miglioramento delle relazioni russo-americane. «Presto rimpiangeremo il mandato di Biden», scrivono su Telegram alcuni blogger di guerra, sempre pronti a alimentare l’antiamericanismo, che in Russia è più vivo che mai. Per questo motivo, il calo nella considerazione di Trump è evidente anche tra i rimanenti membri dell’opposizione liberale. Lev Shlosberg, un esponente storico del partito Yabloko, da tempo sotto la lente delle autorità e definito «agente straniero», sostiene che Trump ha scelto «il modo peggiore» per avviare le trattative tra Russia e Ucraina. «Affrontare questa situazione sanguinosa attraverso proposte pubbliche è un percorso diretto verso un ulteriore disastro. Il presidente americano, frettoloso e insistente, si comporta come un elefante in una cristalleria piena di sangue». Anche Ilya Yashin, un dissidente recentemente scarcerato, esprime la sua delusione dall’esilio, affermando: «Accusando Biden di aver innescato il conflitto, Trump sta minimizzando le responsabilità di Putin». Insomma, se questo è un inizio, è chiaro che ci sono molte sfide da affrontare. Ma su questo punto, le aspettative erano già basse.

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