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Norme anti Covid bocciate dal giudice, la sentenza: “Erano ingiuste, ai cittadini 10 euro di risarcimento”

Pubblicato: 28/01/2025 14:15
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Alessandria – Un risarcimento di dieci euro per il danno non patrimoniale causato dalle restrizioni imposte durante la pandemia Covid. Questa la decisione del giudice di pace di Alessandria, Paolo Olezza, che ha accolto le richieste di una ventina di cittadini rappresentati dall’avvocato Alberto Costanzo. La sentenza ha generato un acceso dibattito su diritti, giustizia e norme emergenziali.
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La causa contro la Presidenza del Consiglio

La causa è stata intentata contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si era opposta al risarcimento, sostenendo che le misure fossero necessarie per garantire la salute pubblica. I ricorrenti, tuttavia, hanno evidenziato come le restrizioni abbiano avuto un impatto negativo sulla loro vita quotidiana, generando disagio e frustrazione. Il giudice ha dato loro ragione, ritenendo che la compressione dei diritti costituzionali fosse illegittima.

Le motivazioni del giudice

Nella sentenza, il giudice Olezza ha dichiarato che le misure emergenziali hanno violato diritti fondamentali come la libertà personale, di movimento, di associazione e al lavoro, sanciti dagli articoli 13, 16, 18, 4 e 35 della Costituzione. Ha inoltre sottolineato: «Tale compressione, avendo come premessa una dichiarazione di stato di emergenza non prevista dalla Carta costituzionale, costituisce un fatto illecito che legittima il cittadino ad essere risarcito ai sensi dell’art. 2043 c.c.».

Sulla sospensione dal lavoro, il giudice ha osservato: «Se il soggetto viene privato del reddito necessario al sostentamento proprio e di chi da esso dipende, conserva ancora il diritto alla salute oppure questo viene corroso?».

Le contraddizioni del Consiglio dei Ministri

Un elemento centrale della sentenza riguarda le dichiarazioni pubbliche di alcuni membri del governo, tra cui Matteo Salvini, Marcello Gemmato e Marco Lisei, che hanno criticato alcune misure emergenziali. Il giudice ha definito tali affermazioni una sorta di «confessione stragiudiziale» del carattere illecito delle normative contestate. Secondo Olezza, queste dichiarazioni hanno minato la credibilità delle difese della Presidenza del Consiglio, contribuendo alla decisione di accogliere le richieste dei ricorrenti.

Un precedente nel dibattito giuridico

Non è la prima volta che una sentenza mette in discussione le misure adottate durante la pandemia. Già nel 2020, il giudice di pace di Frosinone, Emilio Manganiello, aveva annullato sanzioni legate alle restrizioni per l’illegittimità dello stato di emergenza. La sentenza di Alessandria aggiunge un nuovo tassello al dibattito, ponendo interrogativi sulla gestione del periodo emergenziale e sul bilanciamento tra sicurezza pubblica e tutela dei diritti individuali.

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Ultimo Aggiornamento: 28/01/2025 14:38

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