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Smog, emergenza inquinamento: sono ben 25 le città italiane fuorilegge

Pubblicato: 04/02/2025 10:36

L’Italia si trova ancora a fare i conti con un grave problema di inquinamento atmosferico, come evidenziato dal rapporto Mal’Aria di città 2025 di Legambiente. Il documento offre un quadro preoccupante sulla qualità dell’aria nei capoluoghi di provincia e lancia un monito per il futuro: entro il 2030 le città italiane non saranno pronte a rispettare i nuovi standard ambientali.

Frosinone e Milano ai vertici per sforamenti

“Nel 2024 – spiega Legambiente – 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di PM10“. La normativa prevede un massimo di 35 giorni all’anno con una concentrazione media superiore ai 50 microgrammi per metro cubo, ma molte città hanno oltrepassato questa soglia. Frosinone e Milano guidano la classifica con 68 giorni di sforamenti, seguite da Verona (66) e Vicenza (64).

I superamenti, rilevati in più punti della stessa città, evidenziano un problema strutturale diffuso. La situazione non migliora con il biossido di azoto (NO2): attualmente, il 45% dei capoluoghi (44 su 98) non rispetta il nuovo valore limite di 20 µg/m³. Le città più critiche sono Napoli, Palermo, Milano e Como, dove sarebbero necessarie riduzioni tra il 40% e il 50% per rientrare nei parametri.

Prospettive al 2030: Italia fuori dai nuovi limiti europei

Lo scenario futuro appare ancora più allarmante. Secondo il rapporto, se fossero già in vigore i nuovi limiti previsti per il 2030, il 71% delle città italiane risulterebbe fuori norma per il PM10 e il 45% per il NO2. “L’aria continua a essere irrespirabile e i livelli di inquinamento sono ancora lontani dagli obiettivi”, avverte Legambiente.

Le azioni necessarie per migliorare la qualità dell’aria

“Il 2030 è alle porte – sottolinea Legambiente – servono scelte coraggiose adesso“. L’associazione chiede investimenti urgenti nella mobilità sostenibile, attraverso un trasporto pubblico più efficiente e l’ampliamento delle aree pedonali e ciclabili. Inoltre, è essenziale ridurre le emissioni da riscaldamento domestico e agricoltura, intervenendo sugli allevamenti intensivi e integrando le politiche su clima, energia e qualità dell’aria.

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