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Chi finanzia i partiti? Ecco la lista coi nomi: aziende, imprenditori e volti noti

Pubblicato: 06/02/2025 14:17
chi finanzia i partiti

Chi finanzia i partiti? Da quando non esiste più il finanziamento pubblico, la domanda sorge spesso spontanea, e ogni anno qualcuno cerca di indagare per capire poi, di conseguenza, quali interessi andranno a tutelare gli esponenti di quello schieramento. Del resto è logico, se tu mi finanzi, io in qualche modo poi farò qualcosa per te. In Italia, ora, la legge prevede che lo Stato sostenga le attività dei gruppi parlamentari e i privati finanzino i partiti. I partiti hanno diritto a due tipi di finanziamento privato: il 2 per mille dell’Irpef, che ha un tetto e il resto lo incamera lo Stato, e poi le donazioni dirette dove ogni singolo soggetto non può superare i 100 mila euro all’anno e detraibili al 26% fino a 30 mila euro. Detto questo, chi finanzia chi? A questa domanda hanno risposto con un’inchiesta Domenico Affinito e Milena Gabanelli nella Data Room del Corriere. Ecco la lista.
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I due giornalista hanno analizzato i conti dal 2020 al 2023 dei maggiori partiti. “Chi ha attirato più donazioni è la Lega che, tra Lega Nord e Lega Salvini Premier, ha totalizzato 25,2 milioni di euro“. Fra i principali sponsor ci sono le università telematiche (290 mila euro) e 100 mila da Coseco, azienda di rifiuti del milanese. “Il Movimento 5 Stelle totalizza 22,7 milioni, ma il grosso è arrivato dalle rimesse record nei primi due anni dei suoi eletti: quasi 10 milioni di euro”. E il Pd? “Il Pd ha raccolto 10,3 milioni, chi ha versato di più è stato Francesco Merloni (ex parlamentare e ministro, presidente di Ariston Thermo) con 100 mila euro”. Fratelli d’Italia ha incassato 9,7 milioni fra cui: 68 mila euro dalla Confederazione Generale dell’Agricoltura e 50 mila a testa dal gruppo sanitario Villa Maria Spa, dalla società di costruzioni Milano Investimenti Spa, e dalla Ipvc Service del gruppo Meluni che fa capo al presidente del Benevento Calcio Oreste Vigorito. Per Forza Italia 8,9 milioni, con i maggiori contribuenti i cinque figli di Silvio Berlusconi, il fratello Paolo e la Fininvest con 200.000 euro a testa. Azione totalizza 3,6 milioni. Ha attirato numerosi imprenditori (Patrizio Bertelli di Prada, Alberto Bombassei di Brembo, Gianfelice Mario Rocca, i Loro Piana, il gruppo Arvedi) per un totale di quasi un milione di euro. Italia viva 3,7 milioni. Il top sponsor è stato Manfredi Lefebvre d’Ovidio con 100 mila euro.

Dall’analisi di Gabanelli e Affinito emerge che poi ci sono quelli che danno soldi a tutti. “Davide Serra ne ha versati 228 mila euro a Italia Viva e 49 mila ad Azione, Lupo Rattazzi 305 mila euro Italia Viva e 100 mila ad Azione, Cremonini spa – quella delle carni – 40 mila ad Azione e 30 mila anche a FdI. Stefano Bandecchi, attraverso la Università Niccolò Cusano che ha fondato e un’altra sua srl «Società delle scienze umane», ha finanziato con 385 mila euro Forza Italia, Impegno Civico e Alternativa popolare. Ma quello più trasversale di tutti è Marco Rotelli (gruppo San Donato) che l’anno delle elezioni (2022) ha versato 30 mila euro a testa a ben sei formazioni per non scontentare nessuno: Fratelli d’Italia, Lega, Partito democratico, Italia al Centro, Italia Viva e al Comitato elettorale dell’Associazione Impegno Civico Luigi Di Maio”. Detto questo, per ogni partito, comunque la voce più pesante resta l’autofinanziamento. Vediamo ora, in ultima istanza, quali sono i partiti più ricchi.

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Il partito più ricco è il M5S: il 2023 si è chiuso con un avanzo di 1.492.908 euro e disponibilità liquide per 9.123.171 euro in depositi bancari e postali (+32,5% rispetto al 2022). Il secondo più in salute è FdI: avanzo di esercizio di 4.906.995 euro e liquidità di 8.374.955 euro quasi tutti in depositi bancari e postali. Il Pd ha chiuso il 2023 con un avanzo di 704.018 e disponibilità liquida per 5.990.588, ma ci sono anche 10.069.204 euro di passività tra perdite di fondi, debiti verso i fornitori, debiti tributari e previdenziali. Forza Italia è il partito più indebitato: 97.173.571 euro. La quota maggiore (90 milioni) è con la famiglia Berlusconi. Infatti Berlusconi nel 2014 e nel 2015 ha chiuso personalmente l’esposizione del movimento verso banche, versando rispettivamente 46,5 e 43,9 milioni.

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Ultimo Aggiornamento: 06/02/2025 15:29

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