
Sonia Paradiso sfoglia i video sul suo smartphone. Il primo risale al 26 settembre 2019, tre giorni dopo che sua figlia Ilaria Parimbelli era stata dimessa dal pronto soccorso del Policlinico San Marco di Zingonia con una diagnosi di «crisi d’ansia». La giovane, di 26 anni e originaria di Dalmine, tiene in mano una pillola, visibilmente confusa: invece di assumerla, la versa nel bicchiere di tè. «Era probabile che fosse sotto l’effetto dei farmaci», spiega la madre. Prosegue nella visione di altri video, in cui Ilaria, qualche mese dopo, riempie un bicchiere d’acqua, incastra una stella nel posto giusto di un cubo e colora un cerchio di blu senza uscire dai bordi. Questi piccoli progressi erano significativi per una ragazza che, nel frattempo, era stata ricoverata in terapia intensiva per un’encefalite causata da herpes: «Ci avevano avvisato che non avrebbe più potuto scrivere, vedere o deglutire». In effetti, non parlava, non ricordava e si muoveva con l’ausilio di deambulatori.
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Dopo un lungo calvario di due anni, Ilaria si spense il 1° agosto 2021. Francesco Bagnolo, il medico di pronto soccorso presente il 23 settembre, è accusato di negligenza. La pm Maria Esposito gli contesta di aver omesso gli approfondimenti, «nonostante il corteo sintomatologico riportato in cartella». Nel capo di imputazione si parla di febbre, forte cefalea, vomito, allucinazioni uditive e visive. Di «irrecuperabile ritardo nella diagnosi» che invece venne fatta «correttamente» quattro giorni dopo al Papa Giovanni XXIII, dove la ragazza finì in terapia intensiva con farmaci antivirali e venne sottoposta a una craniotomia decompressiva.
Le consulenze di parte non hanno fugato i dubbi, il giudice Donatella Nava ha deciso di nominare un medico legale e un infettivologo. La mamma di Ilaria, il papà Carlo e il fratello Federico sono parti civili con l’avvocato Oliviero Mazza. Difeso dall’avvocato Massimo Cordiano, il medico, 62 anni, che non esercita in attesa della pensione, ha dato la sua versione: «La paziente mi disse che aveva avuto attacchi di panico e sintomi d’ansia, che già soffriva di cefalea emicranica. La febbre era della sera prima, con l’ibuprofene era passata. Disse che era un periodo di stress e aveva programmato una visita psicologica». Incalzato dal pm sul motivo per cui non dispose una tac, ha spiegato: «Se non mi avesse detto che soffriva già di cefalee (non venne annotato nel referto, ndr) gliel’avrei fatta fare. Ma sono convinto che sarebbe stata negativa». Gli esami, dice, non indicavano nessun problema neurologico. Ma quando Ilaria finisce al Papa Giovanni «i medici diagnosticarono l’encefalite, dopo rachicentesi, tac e altri esami. Dissero: “il cervello di vostra figlia è totalmente bucato”», ha detto la mamma della ragazza.