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Andrea Prospero, il giallo delle chat Telegram e il contenuto del pc recuperato: a che punto sono le indagini

Pubblicato: 26/02/2025 17:29

Le indagini sulla morte di Andrea Prospero, il 19enne trovato senza vita in un appartamento di Perugia, sembrano essere vicine alla conclusione. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, ma si sa che il contenuto del computer portatile del giovane, acquistato poco prima del decesso, è stato recuperato e verrà analizzato. Inoltre, saranno esaminate anche le 40 SIM telefoniche che erano in suo possesso.
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Il recupero dei dati dal computer è stato un risultato inaspettato, dato che il dispositivo era stato trovato in condizioni compromesse sotto il corpo del ragazzo. Tuttavia, gli esperti sono riusciti a estrarre i contenuti, che potrebbero rivelare informazioni utili a chiarire cosa sia accaduto. Per determinare con certezza le cause della morte, si attendono ancora i risultati degli esami tossicologici. L’avvocato della famiglia, Francesco Mangano, ha dichiarato: “In questo momento tutto è oggetto di indagine. Non ci sono ancora elementi definitivi, ma siamo vicini alla fine delle verifiche”.

Il gruppo Telegram e il misterioso messaggio

Uno degli aspetti più discussi riguarda alcune chat su Telegram, in cui qualcuno avrebbe invitato gli utenti a cancellare le interazioni con Andrea. Mangano ha chiarito che, per ora, “questo elemento non assume un’importanza investigativa superiore rispetto ad altri”. Nel messaggio in questione, si metteva in guardia gli utenti sul fatto che la Polizia Postale avrebbe potuto accedere alle conversazioni del 19enne, suggerendo quindi di eliminare eventuali tracce. Tuttavia, l’avvocato ha spiegato che non è chiaro se questo avviso sia direttamente collegato al caso di Andrea: “Parliamo di due nickname che non sembrano avere un ruolo centrale nelle chat, e i membri del gruppo probabilmente nemmeno sapevano chi fosse Andrea”.

Per quanto riguarda la natura di queste conversazioni, l’ipotesi avanzata dalla difesa è che si trattasse di gruppi in cui venivano venduti prodotti contraffatti: “Ovviamente si tratta solo di ipotesi, non ne abbiamo certezza. Ma sono chat in cui si propone di tutto, e bisogna capire a chi interessa. La chiusura delle indagini farà luce su eventuali collegamenti tra l’attività online di Andrea e la sua morte”.

La richiesta di restituzione dei cellulari

La famiglia di Andrea ha chiesto il dissequestro dei suoi dispositivi elettronici per poter analizzare i dati con i propri consulenti. “Vogliamo capire fino in fondo cosa c’è all’interno”, ha detto l’avvocato Mangano. Il legale ha inoltre smentito alcune ricostruzioni circolate sui media, come quelle che collegavano il ragazzo a traffici di droga: “Si tratta di speculazioni prive di fondamento. Se c’è stata un’attività illecita, Andrea ne è stato vittima, non protagonista”.

Secondo la difesa, qualcosa di significativo deve essere accaduto tra l’8 e il 24 gennaio, periodo in cui si sarebbe verificato l’evento che ha portato alla tragica morte del 19enne. “Siamo certi che Andrea non fosse coinvolto in alcuna attività criminale. Se ha avuto contatti con persone sbagliate, è stato adescato”, ha concluso Mangano.

La trasmissione “Chi l’ha visto?” ha mostrato uno di questi messaggi, evidenziando come il nome di uno dei presunti nickname utilizzati da Andrea fosse stato oscurato.

Le indagini e gli elementi sospetti

Gli inquirenti stanno approfondendo alcuni aspetti che potrebbero rivelare una doppia vita dello studente di informatica. Tra gli indizi più rilevanti c’è la stanza affittata in segreto, a meno di 200 metri dallo studentato ufficiale in cui risultava residente dall’inizio dell’università.

Inoltre, nella stanza sono stati rinvenuti più cellulari, numerose SIM e tre carte di credito, una delle quali intestata a una persona che ha dichiarato di non aver mai conosciuto Andrea.

Ora emerge anche il misterioso messaggio che invita a eliminare ogni traccia riconducibile al giovane dalle piattaforme online.

Un giro più grande di lui?

Questi elementi potrebbero suggerire che Andrea fosse coinvolto in un ambiente rischioso, una situazione che potrebbe averlo messo sotto pressione fino a un punto di non ritorno.

La famiglia Prospero, ancora sconvolta dalla tragedia, chiede a chiunque sappia qualcosa di farsi avanti, per aiutare a far luce su una vicenda che presenta ancora troppi interrogativi.

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