
Quest’anno l’influenza ha colpito ben 17 milioni di italiani, causando un significativo aumento delle polmoniti, in particolare tra anziani e immunodepressi. Sebbene non esistano dati ufficiali dell’Iss sul fenomeno, secondo la ricostruzione fornita da La Stampa, si stimano circa 150.000 ricoveri e 9.000 decessi per polmonite. Il virologo Matteo Bassetti ha anche segnalato un incremento delle infezioni virali e batteriche, dichiarando: «Così tanti casi in ospedale di persone, giovani e meno giovani, con forme di polmonite influenzale non ne avevo mai viste».
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Un incremento inedito dei casi di polmonite
Negli ultimi mesi, è stato registrato un aumento significativo dei casi di polmonite, tanto che molti medici hanno parlato di una situazione senza precedenti negli ospedali italiani. Diversi fattori hanno contribuito a questo incremento, a cominciare dall’ondata influenzale che ha colpito circa 17 milioni di persone. Il picco è arrivato più tardi rispetto agli anni precedenti, colpendo una popolazione con minori difese immunitarie, specialmente nei confronti del virus H3N2, che aveva circolato poco negli ultimi tempi. Ciò ha facilitato l’insorgenza di complicazioni, tra cui la polmonite, sia di origine virale che batterica.
I rischi per la popolazione anziana
Un ulteriore aspetto da considerare è l’invecchiamento della popolazione. Gli anziani, in particolare quelli sopra gli 85 anni, sono più esposti alle infezioni respiratorie, soprattutto se affetti da malattie croniche come diabete o patologie cardio-respiratorie. In questi soggetti, un’influenza può facilmente degenerare in polmonite, aumentando il rischio di ricovero ospedaliero. A questo si aggiunge la bassa copertura vaccinale, che rappresenta un ulteriore elemento di rischio.
Diagnosi e assistenza territoriale
Il miglioramento degli strumenti diagnostici ha reso possibile individuare con maggiore precisione e rapidità le polmoniti, sia virali che batteriche, portando a un apparente aumento dei casi. Inoltre, la questione dell’assistenza territoriale in Italia presenta ancora molte lacune. Secondo gli esperti, oltre l’80% delle polmoniti potrebbe essere trattato a casa, ma spesso ciò non avviene per la mancanza di un servizio capillare di medici in grado di visitare i pazienti a domicilio, portando a un numero di ricoveri ospedalieri più alto del necessario.
Riconoscere i sintomi della polmonite
La polmonite è un’infezione polmonare che può iniziare con sintomi simili a quelli di un’influenza, ma che può peggiorare. I segnali più comuni includono febbre alta, brividi, tosse (secca o con catarro), difficoltà respiratoria e dolore al petto. Negli anziani, può manifestarsi con confusione mentale e sonnolenza, mentre nei bambini si può notare difficoltà nell’alimentazione. La malattia può essere batterica, virale o atipica, e se non trattata può portare a complicazioni gravi. È fondamentale riconoscere i sintomi e contattare il medico in caso di febbre persistente o problemi respiratori. Una diagnosi precoce è essenziale per gestire meglio la patologia e ridurre i rischi.
Importanza della vaccinazione
I vaccini contro influenza e pneumococco potrebbero prevenire molte forme di polmonite, ma vengono ancora utilizzati troppo poco. La vaccinazione antinfluenzale, ad esempio, copre solo il 18,9% della popolazione, lasciando scoperti molti soggetti a rischio. Questo rappresenta un problema non solo per la salute individuale, ma anche per il sistema sanitario, che si trova a dover gestire un alto numero di ricoveri evitabili.