
Dietro le tensioni internazionali di questi mesi si cela un complesso gioco di potere tra il Deep State internazionale, l’amministrazione Trump e l’asse emergente dei Brics. Sullo sfondo, le frizioni tra Occidente e Russia non accennano a placarsi, con la Svezia che si prepara già a un possibile scontro con Mosca dopo la fine del conflitto in Ucraina.
Il dilemma svedese e le mosse di Washington
Secondo il capo dell’intelligence militare svedese, Thomas Nilsson, la Russia potrebbe aumentare la propria presenza nella regione baltica, spingendo la Svezia e i suoi alleati a rafforzare le difese. Ma il vero timore non riguarda solo la Russia: a preoccupare è anche Donald Trump alla Casa Bianca, con una politica estera imprevedibile che potrebbe rimescolare le alleanze europee.
Nilsson ha espresso apertamente i rischi legati alle dichiarazioni di Trump, il quale negli anni ha mantenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti di Putin, suscitando dubbi sulla solidità dell’impegno americano nella regione. Questa incertezza si ripercuote su tutta l’Europa, già divisa tra chi vorrebbe una maggiore autonomia strategica e chi teme un possibile sgretolamento della Nato sotto la nuova amministrazione repubblicana.
Deep State contro Trump: la battaglia sotterranea
Le tensioni tra Trump e il Deep State non sono mai svanite. L’apparato di potere che governa da decenni la politica estera americana vede con crescente preoccupazione la possibilità che Trump torni a smantellare il tradizionale assetto geopolitico, riducendo l’impegno degli Stati Uniti nei teatri di guerra e allentando la pressione su Russia e Cina.

Non è un caso che proprio mentre Trump intensifica la sua campagna, in Europa crescano i moniti sul rischio di un indebolimento della Nato. Il Deep State sa che un’America meno interventista lascerebbe spazio ai Brics, che nel frattempo stanno consolidando la loro influenza con iniziative economiche volte a ridurre la dipendenza dal dollaro.
I BRICS avanzano mentre l’Occidente si frammenta
L’accelerazione dell’alleanza Russia-Cina-Brics rappresenta una sfida diretta all’ordine mondiale dominato dagli Stati Uniti. L’ingresso di nuovi Paesi e la spinta verso un sistema finanziario alternativo minacciano la centralità del dollaro e, con essa, il controllo occidentale sulle economie emergenti.
Questa dinamica non sfugge né al Deep State, che preme per una politica di contenimento aggressiva, né a Trump, che potrebbe scegliere un approccio più pragmatico, privilegiando gli interessi economici rispetto allo scontro diretto con Russia e Cina.

La Svezia come cartina di tornasole
Il caso svedese diventa così emblematico della nuova fase della geopolitica globale:
- Se Trump dovesse continuare nella sua attuale politica, l’Europa potrebbe trovarsi senza una chiara direzione strategica, costringendo Paesi come la Svezia a prepararsi autonomamente a un possibile confronto con la Russia.
- Se il Deep State invece riuscisse prevalere, assisteremmo a una Nato ancora più aggressiva verso Mosca, con una militarizzazione crescente dell’area baltica.
- Se i Brics continueranno a rafforzarsi, il mondo potrebbe entrare in una nuova fase multipolare, con equilibri ancora imprevedibili.
Ciò che appare certo è che la battaglia tra Trump, il Deep State e i Brics non si svolge solo nelle urne o nei summit diplomatici, ma anche in una guerra sotterranea fatta di strategie economiche, intelligence e tensioni regionali. Il mondo si trova a un bivio: uno scontro aperto tra blocchi contrapposti o un riassetto delle alleanze globali. Le prossime mosse saranno decisive.