
C’è una emergenza medici ci famiglia. Si stima che nel nostro Paese ne mancano oltre 5.500. Per questo sempre più cittadini hanno difficoltà a trovarne uno. Ma perché? Da cosa dipende? Di giorno in giorno aumentano infatti le segnalazioni alle Asl da parte di persone che sono scoperte, e che non riescono a ottenerne uno. E le cose non faranno che peggiorare, visto che a fronte di 7.300 dottori che andranno in pensione entro il 2027, continua a diminuire il numero di giovani medici che scelgono questa professione, tanto che nel 2024 non sono state assegnate il 15% delle borse di studio, con punte di oltre il 40 per cento in 6 Regioni. “L’allarme sulla carenza dei medici di medicina generale riguarda ormai tutte le Regioni e affonda le radici in una programmazione inadeguata, che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi”, attacca Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE.
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Ma perché sempre meno aspiranti medici scelgono questa specializzazione? Lo spiega ancora Cartabellotta: “Negli ultimi anni la professione ha perso sempre più attrattività, rendendo oggi spesso difficile per i cittadini trovare un medico di medicina generale vicino a casa, con conseguenti disagi e rischi per la salute, soprattutto per anziani e persone fragili”. La Fondazione GIMBE ha effettuato un’analisi sulla carenza di medici di famiglia in Italia, ripresa dal Corriere, in uno scenario in cui si sta discutendo la proposta di dipendenza dei medici di medicina generale, e ha stimato l’entità della carenza nelle diverse Regioni. Le stime fatte da Gimbe evidenziano situazioni più critiche in Lombardia (-1.525 mmg), Veneto (-785), Campania (-652), Emilia Romagna (-536), Piemonte (-431) e Toscana (-345). Non si rilevano, invece, carenze in Basilicata, Molise, Umbria e Sicilia.

Bisogna sapere che in base all’Accordo collettivo nazionale, il numero massimo di assistiti per medico di famiglia non deve superare 1.500 pazienti, con la possibilità di arrivare fino a 1.800 in casi particolari e anche oltre, tramite deroghe locali. Il massimale di 1.500 assistiti è superato da oltre la metà dei medici di famiglia in 10 Regioni: Liguria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Marche, Provincia autonoma di Trento, Emilia Romagna, Campania, Sardegna, Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Bolzano. La percentuale arriva a oltre i due terzi in Veneto (68,7%) e sfiora i tre quarti in Lombardia (74%). Conclude Cartabellotta: “Questo livello di sovraccarico riduce il tempo da dedicare ai pazienti, compromettendo la qualità dell’assistenza”. In virtù di questa emergenza, il governo ha avviato una profonda riforma che cambierà radicalmente l’assistenza territoriale e il rapporto tra il cittadino e il medico. Per sapere come e cosa cambierà, rimandiamo all’approfondimento QUI.