
A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, emergono nuovi sviluppi nel caso che ha segnato profondamente la cronaca giudiziaria italiana. Secondo quanto riportato dal Tg1, un nuovo avviso di garanzia è stato notificato ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Per l’omicidio era stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, fidanzato della vittima: le nuove indagini potrebbero cambiare radicalmente la sua condizione.
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Sempio era già stato indagato negli anni passati, ma in precedenza la sua posizione era stata archiviata. Ora però la sua figura torna sotto i riflettori, riaprendo scenari che sembravano ormai definitivamente chiusi. I dettagli sull’impianto accusatorio al momento non sono stati resi noti, ma la nuova iscrizione nel registro degli indagati apre interrogativi sul corso delle indagini e sul quadro probatorio che ha portato nel 2015 alla condanna definitiva di Alberto Stasi.
La condanna di Stasi: cosa potrebbe succedergli ora
L’ex studente della Bocconi, all’epoca fidanzato di Chiara Poggi, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio, dopo un lungo iter processuale. Attualmente sta scontando la pena. Nel febbraio scorso, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di Stasi, ritenendolo “manifestamente infondato”. Il tentativo di annullare la condanna non ha dunque superato il vaglio di Strasburgo. Se Andrea Sempio venisse indagato per omicidio in concorso con ignoti la sua posizione cambierebbe, ovviamente solo davanti ad una condanna. Una possibilità, secondo l’accusa, è comunque che l’omicidio sia avvenuto in concorso con Stasi e che quindi anche una condanna di Sempio non porti ad una scarcerazione, ma al massimo ad una ridefinizione della pena.
Una vicenda che continua a far discutere
Il caso Garlasco ha alimentato per anni dibattiti giuridici e mediatici, diventando uno dei simboli della complessità del sistema giudiziario italiano. La nuova iscrizione di Andrea Sempio tra gli indagati riaccende l’attenzione sulla vicenda, riaprendo anche le polemiche su eventuali errori investigativi o piste non approfondite a fondo.
Resta ora da capire quali siano gli elementi alla base del nuovo atto giudiziario e se ciò potrà incidere, in qualche modo, sul quadro complessivo della vicenda. Una cosa è certa: il delitto di Garlasco, a quasi due decenni di distanza, continua a far parlare di sé.