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Raffaele Sollecito difende Alberto Stasi: “Ho sempre creduto nella sua innocenza. Gli ho scritto anche una lettera”

Pubblicato: 12/03/2025 16:48
Raffaele Sollecito Alberto Stasi lettera

I casi di Garlasco e Perugia tornano al centro dell’attenzione. Le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi hanno portato a una nuova pista, con il riemergere del nome di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. La scoperta di un dna compatibile con quello di Sempio sotto le unghie della ragazza potrebbe rappresentare una svolta nelle indagini. Un dettaglio che richiama quanto accaduto nel caso di Meredith Kercher, in cui anche delle tracce genetiche giocarono un ruolo cruciale.
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Il parallelismo con il caso di Meredith Kercher

A sottolineare le somiglianze tra le due vicende è Raffaele Sollecito, assolto in appello per l’omicidio di Meredith Kercher. L’ingegnere informatico ha dichiarato all’Ansa di aver sempre creduto nell’innocenza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per la morte di Chiara Poggi.

“Gli ho anche scritto una lettera in carcere, ma non so se l’abbia ricevuta”, ha raccontato Sollecito, spiegando di rivedersi nella vicenda di Stasi. Mi rivedo in qualche modo in quella vicenda anche perché pure sotto alle unghie di Meredith c’erano dei capelli e venne individuata una macchia probabilmente di sostanza organica ma mai analizzata, ha aggiunto, riferendosi a capelli sotto le unghie della vittima e a una macchia di sostanza organica rimasta senza risposte definitive.

Il peso di un’accusa ingiusta

Sollecito ha sottolineato che, nel caso di Garlasco, la verità non è ancora chiara e ha criticato la tendenza a dare risposte alle vittime a tutti i costi, anche a rischio di non rispettare i fatti. “Il prezzo da pagare per chi viene coinvolto da innocente è inimmaginabile”, ha concluso, evidenziando come un’accusa ingiusta lasci un segno indelebile nella vita di una persona.

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Ultimo Aggiornamento: 12/03/2025 17:41

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