
Elon Musk e Donald Trump sembrano sempre più distanti. Lo scrive Il Sole 24 Ore citando il Financial Times, secondo cui il vero interrogativo non è se il presidente americano deciderà di scaricare il patron di Tesla, ma quando lo farà. Le prime settimane di Musk nella sua nuova veste di figura politica hanno evidenziato tutte le fragilità dell’imprenditore di fronte a scenari inediti e complessi.
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Il ridimensionamento di Musk alla Casa Bianca
Negli ambienti della Casa Bianca, Musk appare sempre più un elemento ingombrante. Il New York Times ha rivelato che Trump avrebbe iniziato a ridimensionare il suo ruolo, trasferendo responsabilità precedentemente affidate al ceo di Tesla ai capi dei dipartimenti competenti. La scorsa settimana, durante una riunione di gabinetto, il presidente avrebbe limitato l’influenza diretta di Musk su alcune decisioni strategiche, segnando un primo distacco.
A peggiorare la situazione, il crollo delle borse e in particolare delle azioni di Tesla, che hanno registrato un -42% dall’inizio dell’anno. Per ricomporre la frattura, Trump ha inscenato un’operazione di facciata, elogiando Musk e annunciando l’acquisto di una Tesla, ma senza reali effetti sui mercati.
Crepe nei rapporti con l’amministrazione Trump
Nel tentativo di rafforzare la sua posizione, Musk ha compiuto mosse strategiche, tra cui una visita non programmata a Mar-a-Lago e un’offerta di finanziamenti alle organizzazioni di Trump, che sarebbero state clamorosamente respinte.
Anche alcuni membri del governo hanno manifestato insofferenza verso Musk. Il Segretario di Stato, Marco Rubio, ha avuto un acceso confronto con lui a causa dei tagli al personale nel Dipartimento di Stato. Anche il Segretario dei Trasporti, Sean Duffy, e il Segretario per gli Affari dei Veterani, Doug Collins, hanno criticato l’imprenditore per il suo approccio alla riduzione dei costi nel governo federale.
Le difficoltà di Musk anche fuori dagli USA
L’isolamento di Musk non è solo una questione interna agli Stati Uniti. All’estero, le sue ingerenze nei confronti di alcuni governi, tra cui quello italiano, e il sostegno a movimenti politici come AfD in Germania, hanno ulteriormente polarizzato la sua figura. Il marchio Tesla, ormai simbolo del “muskismo”, sta subendo le conseguenze di questa esposizione politica, con risultati finanziari sempre più preoccupanti.
Il Financial Times descrive questa fase come “l’autodistruzione di Musk”, sottolineando che, da quando è entrato nell’arena politica, il ceo di Tesla ha perso oltre 100 miliardi di dollari di patrimonio personale. L’uomo più ricco del mondo, insomma, con il suo ingresso in politica è diventato un po’ più povero. Ma, soprattutto, molto più solo.