
Cinque anni fa scoppiò la pandemia di COVID-19. Di acqua sotto i ponti ne è passata molta, ma molti punti di quella vicenda restano ancora oscuri. Il tempo, però, spesso riesce, anche se lentamente, a svelare piano piano la verità. Il virus, improvviso e spaventoso, sembrava giustificare persino misure drastiche che limitarono fortemente le libertà individuali in molte parti del mondo tra cui l’Italia. Uno dei grandi protagonisti dell’emergenza pandemica è stato, senza dubbio alcuno, il dottor Anthony Fauci, allora direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) negli Stati Uniti. L’11 marzo è stato pubblicato un nuovo libro che inguaia ulteriormente il medico. Si chiama ”In Covid’s Wake: How Our Politics Failed Us“, ed è un’analisi approfondita delle risposte politiche alla pandemia di Covid-19, scritta dai politologi di Princeton Stephen Macedo e Frances Lee. Il libro è stato pubblicato dalla prestigiosa Princeton University Press, ed esamina criticamente come le istituzioni politiche abbiano affrontato la crisi sanitaria globale.
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Gli autori dello studio sollevano domande provocatorie sulla gestione della pandemia: perché sono stati ignorati i piani preesistenti per affrontare una pandemia? Le voci di dissenso sono state trattate equamente? Sono stati adeguatamente considerati i costi e i benefici delle diverse opzioni politiche? Al di là dei vaccini, le politiche adottate hanno funzionato come previsto? Macedo e Lee evidenziano come, influenzati dal lockdown di Wuhan, molti governi abbiano abbandonato i piani pandemici esistenti, adottando misure drastiche senza una valutazione completa delle loro conseguenze. Slogan come “seguire la scienza” hanno spesso oscurato scelte difficili, mentre le politiche adottate hanno avvantaggiato principalmente la “classe dei lavoratori da remoto”, lasciando i cosiddetti lavoratori essenziali senza protezione adeguata. Le chiusure prolungate delle scuole hanno colpito duramente le famiglie meno privilegiate, mentre la scienza è stata politicizzata e il dissenso emarginato. E in tutto questo Fauci viene individuato come uno dei principali responsabili.

Secondo Frances Lee, professore di politica e affari pubblici a Princeton, c’è stata una mancanza di realismo da parte dei funzionari pubblici, tra cui Fauci, che hanno adottato misure senza una valutazione critica della loro efficacia, basandosi su “wishful thinking” anziché su analisi basate su prove concrete. Il libro sottolinea l’importanza di non dimenticare i valori fondamentali della democrazia liberale: tolleranza e apertura mentale, rispetto per le evidenze e i loro limiti, disponibilità ad affrontare l’incertezza e impegno a dire tutta la verità. Macedo e Lee avvertono che, nella prossima crisi, sarà essenziale ricordare questi principi per evitare gli errori commessi durante la pandemia di Covid-19.