
Una nuova ondata di dazi rischia di scuotere il mercato globale e svuotare le tasche dei consumatori americani. L’annuncio arriva da Donald Trump, che propone un’imposta del 10% su tutte le importazioni e tariffe mirate fino al 50% per 60 Paesi, con l’obiettivo dichiarato di riequilibrare il commercio internazionale. Ma secondo economisti ed esperti, l’effetto reale sarà un aumento generalizzato dei prezzi al consumo negli Stati Uniti.
Nel mirino ci sono prodotti di ogni tipo, dagli smartphone alle automobili, dai vestiti agli orologi di lusso, fino ai generi alimentari. Particolarmente colpita sarà l’elettronica: gli iPhone, prodotti in larga parte tra Cina e India (colpite rispettivamente da tariffe del 34% e del 26%), vedranno probabilmente aumentare i prezzi. Un’eventuale esenzione per Apple resta incerta, nonostante la promessa di investimenti sul suolo americano.
Nel settore automotive, il nuovo dazio si somma al 25% già in vigore, colpendo anche le auto assemblate negli USA con componenti importati. Secondo l’Anderson Economic Group, si prevedono aumenti tra i 2.500 e i 20.000 dollari per veicoli di diversa fascia e provenienza. Trump promette così di “rilanciare” la produzione interna, ma l’effetto immediato sarà un’impennata dei costi.
Duramente penalizzati anche abbigliamento e calzature. Marchi come Nike e Adidas, che producono gran parte dei loro articoli in Cina (34%), Vietnam (46%) e Bangladesh (37%), subiranno aumenti a catena. “Nike produce metà delle sue scarpe tra Cina e Vietnam,” ha dichiarato un portavoce dell’azienda.
L’ondata protezionista non risparmierà la tavola: il caffè e il cioccolato, importati dall’America Latina, subiranno dazi fino al 21%. Anche vino italiano, whisky scozzese e altri alcolici europei verranno tassati tra il 10% e il 20%. Per la prima volta anche la Grecia verrà colpita, con la feta soggetta a un dazio del 20%. “Temo che questa volta la feta non sfuggirà,” ha ammesso Christos Apostolopoulos, presidente dell’associazione greca delle industrie lattiero-casearie.
Non va meglio al comparto dell’arredamento: il 56% dei mobili venduti negli USA proviene da Cina e Vietnam. Aziende come Wayfair hanno già fatto sapere che trasferiranno i costi sugli acquirenti. Infine, il lusso sarà duramente toccato: gli orologi svizzeri, inclusi i prestigiosi Rolex e Swatch, saranno soggetti a un dazio del 31%.
Una scelta che rischia di trasformare l’intento protezionista di Trump in un boomerang per milioni di famiglie americane.