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Trump sbeffeggia Bruxelles, pronta la rappresaglia dell’Europa. Intanto Meloni…

Pubblicato: 08/04/2025 07:33

La data cruciale rimane il 15 aprile, come confermato dalla discussione di oggi a Lussemburgo tra i ministri europei competenti per il Commercio. Antonio Tajani ha cercato di chiedere un “rinvio” a fine mese, ossia il 30 aprile, per dare più tempo ai dialoghi con gli Stati Uniti, ma alla fine ha ammesso che la linea prevalente è quella di mantenere la data fissata del 15 aprile. Così, tra soli 12 giorni, entreranno in vigore le prime contromisure europee contro i dazi imposti da Donald Trump. La lista delle merci coinvolte sarà inviata questa sera agli Stati membri per il voto che si terrà dopodomani, ma tra gli esclusi dal provvedimento ci sarà il bourbon whisky, che è diventato uno dei simboli di questa battaglia commerciale. L’Italia, infatti, ha chiesto e ottenuto l’esclusione di questa bevanda, che potrebbe essere un elemento di escalation nel conflitto con il presidente americano, il quale ha minacciato dazi fino al 200% su vino e alcolici importati dall’UE.
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La vera notizia di oggi riguarda il retroscena che ha portato l’Europa a confermare la controffensiva del 15 aprile: il 19 febbraio, il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, aveva proposto agli Stati Uniti l’idea di zero dazi sia per le auto che per l’intero settore industriale nei commerci tra l’UE e gli USA. La proposta è stata respinta. Tuttavia, Sefcovic non perde le speranze e ritiene che prima o poi gli Stati Uniti torneranno a negoziare.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha dichiarato che l’Europa è sempre pronta a negoziare: «Abbiamo offerto dazi zero per i beni industriali, come abbiamo fatto con successo con molti altri partner commerciali, perché l’Europa è sempre aperta a un buon affare». Sefcovic, parlando a Lussemburgo, ha spiegato che per gli Stati Uniti i dazi rappresentano misure correttive della loro politica commerciale estera, piuttosto che strumenti tattici. Pertanto, ora l’Europa è pronta a rispondere con la sua propria controffensiva.

La tabella di marcia prevede che la lista dei prodotti da tassare sarà definita dalla Commissione Europea entro questa sera, e il voto da parte dei 27 Stati membri avverrà dopodomani, il 9 aprile. Si tratta di una votazione a maggioranza qualificata, ovvero con l’approvazione di almeno 15 Stati che rappresentino il 65% della popolazione europea. Le contromisure che entreranno in vigore il 15 aprile saranno il ripristino dei dazi imposti dall’UE durante il primo mandato di Trump, che aveva introdotto dazi sul acciaio (25%) e sull’alluminio (10%). Il whisky non dovrebbe essere incluso in questa lista, ma ci saranno altre merci come barche, Harley Davidson, jeans e t-shirt per un valore complessivo di 4,5 miliardi di euro. Una seconda lista di prodotti, prevista per il 15 maggio, comprenderà una serie di prodotti industriali e agricoli per un valore di 18 miliardi di euro. Questa risposta europea si configura come una reazione alla nuova offensiva di Trump, che ha imposto dazi al 25% su acciaio e alluminio dal 12 marzo scorso.

Sul fronte del whisky, sia l’Italia che l’Irlanda hanno preso posizione per evitare dazi sul proprio whisky e sulle proprie birre destinate agli Stati Uniti. La Polonia, che presiede l’Unione Europea, ha spinto per una linea più morbida nei confronti degli Stati Uniti, temendo che un conflitto commerciale possa danneggiare i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico.

Nonostante le divisioni tra gli Stati membri, Sefcovic ha ribadito l’importanza di muoversi con unità. Anche Tajani, pur essendo esponente di un governo nazionalista, ha sottolineato che l’Italia intende lavorare insieme alla Commissione Europea. In vista della visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca prima di Pasqua, il ministro degli Esteri italiano ha precisato che l’Italia non vuole rompere con Bruxelles: «Ogni interlocuzione con Washington deve essere riportata al lavoro di Sefcovic», ha dichiarato.

In merito alla seconda lista di prodotti da tassare, Tajani ha osservato che fino al 15 maggio ci sarà tempo per negoziare. «C’è grande unità in Europa», ha affermato, «e noi lavoreremo affinché nessuno trattenga vantaggi individuali». Ha aggiunto che, per evitare danni alle esportazioni italiane, il whisky non dovrebbe essere incluso nella lista dei prodotti sottoposti a dazi.

Nel frattempo, la Spagna ha proposto la creazione di un fondo comune europeo per aiutare le aziende colpite dai dazi, ma questa proposta ha incontrato l’opposizione dei frugali del Nord Europa, che restano contrari all’idea di aumentare il debito. La Polonia ha riconosciuto la difficoltà del momento, con cali significativi nei mercati azionari causati dalla guerra commerciale di Trump, e ha auspicato una risposta unitaria.

Von der Leyen, intanto, ha cercato di consolidare i legami con la Norvegia e con i Paesi extra-europei colpiti dai dazi. Ha annunciato anche un piano per creare una task force per monitorare le importazioni e proteggere l’Europa da eventuali effetti indiretti legati alla deviazione degli scambi.

Mentre da Washington arriva un annuncio di sospensione dei dazi per 90 giorni, prontamente smentito dalla Casa Bianca come “fake news”, i mercati continuano a essere soggetti a oscillazioni molto forti. L’UE, però, rimane ferma nella sua convinzione che sarà Trump a dover cedere per primo.

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