
Un’inchiesta della Procura di Milano scuote nuovamente il mondo del calcio italiano. Dopo mesi di indagini, la magistratura meneghina ha iscritto nel registro degli indagati dodici calciatori, alcuni dei quali ancora in attività in Serie A. Al centro dell’indagine vi sono presunte scommesse effettuate su piattaforme illegali, operazioni finanziarie sospette e un sistema di pagamento parallelo, spesso regolato con orologi di lusso.
Il Corriere della Sera ha svelato in anteprima i dettagli dell’indagine, dalla quale emergono sequestri per oltre 1,5 milioni di euro e cinque richieste di arresti domiciliari.
I nomi coinvolti
Chi sono i calciatori coinvolti
Il sistema di scommesse
Secondo gli investigatori, i calciatori coinvolti avrebbero effettuato scommesse su siti non autorizzati, aggirando i controlli del circuito legale. Per ottenere credito sulle piattaforme, si rivolgevano a intermediari che, in alcuni casi, operavano come veri e propri “banchieri ombra”. Quando i debiti di gioco diventavano insostenibili, i calciatori li saldavano con orologi di valore, soprattutto Rolex, acquistati in una nota gioielleria milanese trasformata, secondo gli inquirenti, in un canale per riciclare denaro.
Le indagini
Tutto ha avuto origine dall’esame dei telefoni sequestrati nel 2023 a Tonali e Fagioli, allora già coinvolti in un altro filone d’inchiesta avviato dalla Procura di Torino. Gli scambi tra i giocatori e i presunti organizzatori delle scommesse hanno portato la Guardia di Finanza a ricostruire una rete più ampia che coinvolge anche altri nomi del calcio e dello sport italiano.

Tra i calciatori coinvolti figurano Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, già colpiti da squalifica in passato per vicende simili. Spiccano anche nomi di rilievo internazionale come gli argentini Leandro Paredes e Ángel Di Maria, campioni del mondo 2022, e italiani come Nicolò Zaniolo, Alessandro Florenzi, Mattia Perin, Weston McKennie, Samuele Ricci, Cristian Buonaiuto, Matteo Cancellieri e Junior Firpo. Tra gli indagati anche il tennista Matteo Gigante.
Le accuse
Al momento, nessuno dei calciatori risulta aver scommesso sulle partite delle proprie squadre, evitando così il reato più grave che avrebbe potuto configurare illecito sportivo e manipolazione del risultato. Tuttavia, l’accusa di aver scommesso su piattaforme non autorizzate e di aver utilizzato sistemi alternativi per il pagamento potrebbe condurre a sanzioni penali e disciplinari, oltre che a una nuova ondata di squalifiche.

Come funzionava il sistema
Stado a quanto emerso i 12 giocatori di Serie A indagati dalla Procura di Milano avrebbero pagato somme a due gestori di piattaforme illegali di scommesse online (Tommaso De Giacomo e Patrick Fizzera), che si sarebbero appoggiati anche ai tre amministratori (Antonio Scinocca, Antonio Parise e Andrea Piccini) di una gioielleria milanese: era una “banca” per ripianare i conti delle scommesse.
Quando il debito diventava pesante, i calciatori erano indirizzati alla gioielleria perché facessero bonifici tracciabili e compatibili con il prezzo di Rolex e di altri orologi di lusso, mai consegnati. Anche i calciatori scommettitori riceveranno l’avviso di una ipotesi di reato. Ora sono indagati per aver giocato su piattaforme illegali di scommesse e poker (soprattutto Betsport22.com, Swapbet365.eu, Vipsport360.com, Texinho.com) gestite da un arbitro di serie D e amico della sorella di Tonali, Pietro Marinoni. Inoltre Tonali e Fagioli sono indagati per aver pubblicizzato queste piattaforme tra altri calciatori venendo ripagati con bonus e riduzione dei propri debiti. Una ventina di altri calciatori sono indagati per aver partecipato sulle piattaforme illegali non a scommesse sul calcio ma a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in particolare alle partite di poker su tavoli online. Dal punto di vista penale rischiano un’ammenda di 250 euro.