
Milano si riempie di bandiere e voci. Il corteo pro Palestina ha portato in piazza diecimila persone. Tutti partiti da piazza Duca d’Aosta, direzione Arco della Pace. Striscioni, cartelli, cori. “Gaza libera, Palestina libera” e “intifada, intifada” le parole più gridate.
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Slogan, rabbia e messaggi forti
Tanti i cartelli con messaggi chiari. Tanti i partecipanti con simboli e colori della Palestina. Alcuni attivisti hanno marciato con finti neonati in braccio. Lenzuoli bianchi, macchie rosse. Un’immagine forte. Un messaggio diretto.
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Tensioni a Baiamonti
Non tutto fila liscio. A piazzale Baiamonti scoppiano momenti di tensione. Alcuni manifestanti accendono fumogeni. La polizia interviene. Scattano le cariche. Almeno cinque fermi. Sirene, urla, caos. La tensione sale.
Vetrine spaccate e minacce gravi
Un gruppo di circa trenta persone, tutte vestite di nero e con i volti coperti, colpisce alcune vetrine. Presi di mira banche e negozi. Colpiti Starbucks, Mediobanca, Unicredit, Banco Desio, Carrefour. Una scritta shock compare sulla vetrina della Bpm a piazzale Lagosta: “Spara a Giorgia”. Il messaggio crea sconcerto.
Le sigle in corteo
Presenti tante realtà. Ci sono Anpi, Associazione dei Palestinesi in Italia, Giovani Palestinesi, Adl Cobas, Cub. Tante le bandiere e i volti noti. Alcuni cartelli chiedono libertà per Anan Yaeesh, detenuto in Italia con l’accusa di aver finanziato un gruppo armato.
Le parole di Lino Guanciale
L’attore Lino Guanciale, presente in mattinata a un evento Cgil, dice la sua. Parole chiare: “Questa è una prova di partecipazione. Basta con l’idea che non si possa unire la lotta all’antisemitismo e la difesa dei diritti del popolo palestinese. Smettiamola con gli aut aut”.
Un corteo atteso e discusso
Gli organizzatori avevano annunciato trentamila persone. In piazza ne arrivano diecimila. I messaggi restano forti. “Fermiamo la macchina bellica”, si legge sui poster. “No alla deportazione, no al genocidio, sì alla ricostruzione di Gaza”. Le strade di Milano raccolgono rabbia, dolore, speranza.