
È cominciato l’ultimo viaggio terreno di Papa Francesco, e con esso si apre una pagina carica di significato per la storia recente della Chiesa. Mercoledì 23 aprile, la salma del pontefice è stata traslata nella Basilica di San Pietro, dove fedeli, cardinali e capi di Stato si preparano a rendergli omaggio. Un addio solenne, ma anche carico di tensioni e riflessioni sul futuro della Chiesa cattolica.
Durante la trasmissione Omnibus su La7, il giornalista Marcello Sorgi ha posto l’attenzione su un elemento che già fa discutere: il testamento spirituale di Bergoglio. A suo avviso, le ultime volontà del Papa non sono solo un commiato personale, ma un messaggio preciso rivolto ai vertici ecclesiastici. “Papa Francesco ha avuto come avversaria la gerarchia della Chiesa fino all’ultimo”, ha affermato Sorgi, leggendo tra le righe del documento una netta presa di posizione.

Dal terzo paragrafo, infatti, emerge chiaramente il contenuto del testamento, che Papa Francesco aveva redatto tre anni prima della sua morte. In esso, il Pontefice esprime con semplicità la sua volontà di essere sepolto fuori dal Vaticano, scelta già di per sé inusuale, ma carica di significati simbolici. Il luogo prescelto è la Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, un santuario mariano amatissimo da Francesco e spesso visitato da lui in momenti chiave del pontificato.
“Franciscus”: così desiderava che fosse inciso sulla sua tomba, nient’altro. Una sepoltura modesta, nella terra, senza decori, in un loculo laterale situato tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza. La scelta rompe con la tradizione dei pontefici sepolti nelle Grotte Vaticane e testimonia ancora una volta l’indole sobria e profetica del Papa argentino. Le spese, come specificato, saranno coperte da un benefattore, un altro segno del rifiuto di ogni ostentazione.

Nel documento, Papa Francesco affida ancora una volta la sua vita e la sua missione a Maria Santissima, alla quale aveva sempre dedicato il suo ministero. È a lei che affida anche l’ultimo gesto del suo pellegrinaggio terreno. Nella basilica mariana, dove iniziava e concludeva ogni viaggio apostolico, riposeranno per sempre le sue spoglie.
Un altro dettaglio che colpisce è la frase finale, dove il Papa racconta di aver offerto la sua sofferenza “per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”. Parole che risuonano come un’estrema benedizione e insieme un monito per chi verrà dopo di lui. Non manca, inoltre, un riferimento ai suoi sostenitori, “coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me”, escludendo esplicitamente chi ha remato contro.
Nel clima che già si fa teso per la scelta del successore, il testamento di Francesco sembra dunque delineare non solo un’eredità spirituale, ma anche un messaggio netto a una Chiesa che spesso ha faticato a seguirlo. E mentre i cardinali si muovono tra incontri riservati e trattative sotterranee, l’eco delle sue parole risuona potente, come una sfida ancora aperta.