
Durante una serie di dichiarazioni rilasciate nello Studio Ovale, l’ex presidente americano Donald Trump ha confermato la sua intenzione di incontrare i leader mondiali a Roma, in occasione dei funerali di Papa Francesco. «Vorrei incontrarli tutti, sarebbe bello», ha detto, aggiungendo che molti di loro saranno presenti e che «vorranno parlarmi di commercio». Trump ha sottolineato il suo desiderio di prendersi cura dei rapporti internazionali, ribadendo l’importanza del dialogo in un momento così delicato per la politica globale.
Nel corso della stessa conversazione, Trump ha anche rivendicato un riconoscimento per i suoi sforzi diplomatici in Medio Oriente: «Merito il Nobel per gli accordi di Abramo», ha affermato, riferendosi agli storici accordi di normalizzazione tra Israele e diversi Paesi arabi siglati durante il suo mandato. Su altre questioni internazionali, come il conflitto in Ucraina, si è mostrato più cauto: «Per l’Ucraina è ancora troppo presto per dirlo», ha detto a proposito di eventuali meriti nella gestione della crisi.

Trump ha poi rivelato un importante retroscena nei negoziati per la pace tra Russia e Ucraina. Secondo l’ex presidente, Vladimir Putin si sarebbe detto disponibile a «fermare la guerra e a rinunciare alla conquista dell’intera Ucraina». Trump ha definito l’offerta una «concessione piuttosto consistente», pur manifestando preoccupazione per il recente attacco missilistico su Kiev, che ha definito «inaccettabile», avvenuto proprio mentre si cercava una via diplomatica per il cessate il fuoco.
Nel proseguire sul tema del conflitto ucraino, Trump ha dichiarato di «mettere una forte pressione sulla Russia» per porre fine alla guerra. Ha assicurato che gli Stati Uniti stanno esercitando un’influenza significativa su Mosca, in particolare dopo i recenti attacchi che, secondo lui, rischiano di compromettere i fragili equilibri negoziali. «La Russia sa bene quanto siamo determinati», ha affermato, facendo capire che il suo impegno in questa direzione è massimo.
Con queste dichiarazioni, Trump conferma di voler tornare a recitare un ruolo di primo piano nella diplomazia internazionale, anche in vista di un possibile nuovo mandato presidenziale. L’appuntamento a Roma potrebbe diventare un banco di prova per mostrare la sua influenza sulla scena globale e la volontà di essere ancora protagonista delle grandi trattative del nostro tempo.