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Omicidio Garlasco, malore durante l’interrogatorio: non ha voluto parlare

Pubblicato: 28/04/2025 21:20
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Una mattina difficile per Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio, convocata a Milano nell’ambito della nuova indagine riaperta dalla Procura di Pavia sul caso di Chiara Poggi. La donna, visibilmente provata, ha scelto di non rispondere alle domande degli investigatori e, durante l’interrogatorio, ha accusato un malore che ha interrotto l’audizione.

La convocazione odierna arriva mentre, nello stesso giorno, Alberto Stasi – condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara – inizia il suo percorso di semilibertà, ottenuto recentemente dal Tribunale di Sorveglianza.

Una testimonianza difficile

Daniela Ferrari, 65 anni, si è presentata alle 10 negli uffici del Comando Provinciale dei Carabinieri di Milano, assistita dagli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati. Tuttavia, già alla prima domanda, su consiglio dei legali, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Alla seconda domanda ha avuto un malessere, che ha reso necessario concludere l’incontro dopo circa mezz’ora.

All’uscita, scossa e senza rilasciare dichiarazioni, si è allontanata velocemente tra telecamere e giornalisti. L’avvocato Lovati ha espresso forti critiche sulla modalità della convocazione: “Questa convocazione non mi è piaciuta. Se i pm vogliono sentire la signora, che la convochino loro in Procura a Pavia”, ha dichiarato, sottolineando che era stato lui stesso a consigliare alla donna di non rispondere.

Tra le questioni che sarebbero dovute essere affrontate vi era la ricostruzione degli spostamenti della madre e del figlio nella giornata del delitto, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. Inoltre, i magistrati volevano chiarimenti sulla gestione di uno scontrino del parcheggio di Vigevano, conservato su consiglio dei genitori di Sempio, e su un ‘fuorionda’ emerso in una trasmissione televisiva, relativo a presunte informazioni riservate ottenute nel corso dell’inchiesta del 2017.

Nel frattempo, Alberto Stasi, oggi 41enne, ha iniziato il suo regime di semilibertà. Ogni giorno può uscire dal carcere di Bollate per recarsi al lavoro e svolgere attività private, in attuazione delle prescrizioni stabilite dai magistrati. Deve comunque rientrare in carcere dopo cena, proseguendo così il percorso di reinserimento sociale, considerato il primo passo verso un possibile affidamento in prova ai servizi sociali.

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