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Strage a Monreale, Calvaruso ammette di aver sparato: “Chiedo perdono”

Pubblicato: 29/04/2025 20:30

Ha scelto di non rispondere alle domande del Gip Ivana Vassallo, ma ha reso dichiarazioni spontanee in aula. Salvatore Calvaruso, 19enne dello Zen di Palermo, ha ammesso tra le lacrime di essere l’autore della sparatoria avvenuta sabato sera a Monreale, nella quale hanno perso la vita Andrea Miceli, Salvatore Turdo e Massimo Pirozzo, tutti tra i 23 e i 25 anni.

Secondo quanto riferito dal suo avvocato, Corrado Sinatra, è stata un’udienza drammatica, interrotta più volte per la commozione del ragazzo. Calvaruso, ex pugile, avrebbe detto di essere pentito e di aver voluto solo trascorrere una serata tranquilla dopo una settimana di lavoro. La sera della tragedia si trovava in compagnia di un amico, che però non è stato ancora identificato.

Nel suo racconto, ha spiegato di essere stato aggredito con caschi e bottiglie dopo essere stato accusato di guida spericolata. Secondo la sua versione, sarebbe stato gettato a terra dalla moto, colpito e inseguito. A quel punto, avrebbe estratto l’arma e aperto il fuoco. Le vittime sarebbero rimaste coinvolte in una sparatoria nata dalla rissa, con colpi esplosi in rapida successione.

Il giudice si è riservato la decisione sulla convalida del fermo, mentre Calvaruso ha ribadito più volte di essere dispiaciuto per quanto accaduto. La sua versione, tuttavia, è ora al vaglio degli investigatori che dovranno verificare anche la presenza di eventuali altri coinvolti e armi diverse da quella sequestrata.

Oltre alle tre vittime, ci sono stati anche due feriti: un ragazzo di 16 anni, colpito alla nuca e “vivo per miracolo”, e Nicolò Cangemi, 33 anni, raggiunto da due colpi alle gambe. “Sono ancora sotto choc – ha dichiarato Cangemi –. Conoscevo le vittime ma non ho avuto alcun ruolo nella rissa”. Dopo il ricovero all’ospedale Ingrassia, è stato dimesso ma resta scosso dalla violenza della notte.

L’avvocato di Cangemi, Giada Caputo, ha confermato che il suo assistito è un testimone estraneo ai fatti: si trovava lì per caso. Intanto proseguono le indagini dei carabinieri per chiarire ogni dettaglio della notte di sangue a Monreale, che ha sconvolto la cittadina e sollevato domande su armi, sicurezza e tensioni giovanili.

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