
Negli angoli meno visibili del mondo del calcio, lontano dai riflettori dello stadio, si intrecciano interessi economici, relazioni ambigue e figure opache che trasformano i parcheggi in vere miniere d’oro. In questo contesto si muovevano due protagonisti ben noti nell’ambiente milanese, che puntavano dritto al futuro: un imprenditore legato all’organizzazione logistica attorno agli eventi sportivi e un ex leader del tifo organizzato, con un passato da imprenditore nel settore moda.
Quest’ultimo, figura carismatica degli anni Ottanta sulle curve milanesi, è anche socio in affari con due ex icone del calcio italiano, Maldini e Vieri. Coinvolto nel noto marchio di abbigliamento sportivo che ha spopolato con il celebre logo a cuore. Un dettaglio che rivela quanto business e passioni sportive possano mescolarsi in un intreccio tutt’altro che limpido.

Mazzette, minacce e protezioni: il sistema del “Komandante”
Nella zona di San Siro, e più tardi anche nei pressi dell’Ippodromo, l’ex capo tifoso — noto per le sue relazioni con importanti figure del mondo calcistico e imprenditoriale — si vantava apertamente del suo “monopolio”. «I parcheggi solo io, e lo sanno tutti», dichiarava con orgoglio, raccontando di accordi non ufficiali con enti pubblici e funzionari compiacenti. Alcuni dei pagamenti, secondo l’accusa, venivano recapitati in buste siglate con una semplice “K”, iniziale del soprannome che gli era stato attribuito: “Komandante”.
Dal terzo paragrafo – Milano. È qui che sarebbe nato il cosiddetto “sistema della tranquillità”: un’estorsione continuativa finalizzata a evitare disordini tra i tifosi durante le partite. Il metodo? Assunzioni pilotate, favori agli ambienti della curva e, secondo le indagini, rapporti diretti con figure legate alla criminalità organizzata. Tra questi, personaggi noti alle forze dell’ordine per affiliazioni con gruppi calabresi.
Non mancano nel dossier anche prestiti a tassi usurari, superiori all’800%, e ingerenze nelle attività della società sportiva. Una vera rete parallela, capace di influenzare anche le decisioni legate alla sicurezza degli impianti. In alcuni episodi, addirittura, sarebbero intervenute persone influenti per “consigliare” la riassunzione di soggetti considerati in grado di gestire il malcontento delle tifoserie.
L’indagine, che ha portato a diversi arresti, svela un retroscena oscuro di un mondo in cui calcio, affari e criminalitàsembrano intrecciarsi con pericolosa disinvoltura. Vuoi che lo trasformi anche in una versione per social?