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Studenti finiscono nel mirino, quello che hanno fatto è ignobile: da condannare!

Pubblicato: 16/06/2025 14:37
saluto romano scuola

Una foto. Trentuno volti, o meglio, corpi, che si spogliano della divisa scolastica per rivelare uno striscione e assumere pose rigide, quasi marziali. Un gesto che si cristallizza nell’obiettivo, destinato a diffondersi come un’onda, travolgendo la quiete di un pomeriggio di festa.

Non era un innocuo scherzo di fine anno, né una semplice bravata goliardica. Era un richiamo, potente e disturbante, a un’epoca che la storia ha già condannato. Le ragazze, in disparte, non si univano a quella performance, forse avvertendo la gravità di quell’atto, l’ombra lunga che proiettava sui festeggiamenti e, ancor più, sui valori che la scuola si sforza ogni giorno di insegnare.

Saluto romano fuori scuola: studenti nel mirino

Un gesto dal sapore amaro, un’ombra del passato che si proietta sul futuro: 31 maturandi del liceo Malpighi di Roma hanno scelto i festeggiamenti di fine anno per inscenare un inquietante saluto fascista. Un’azione che ha travalicato la spensieratezza giovanile, trasformandosi in una provocazione dai risvolti gravi e immediati.

Nel pieno dei festeggiamenti degli studenti più giovani, il gruppo di diplomandi ha abbassato le magliette, srotolato uno striscione con caratteri fascisti e, con un’ostentata arroganza, ha posato nel saluto romano. Un’immagine che, complice la viralità dei social, ha fatto il giro d’Italia in poche ore, scuotendo le coscienze e riaprendo ferite mai del tutto rimarginate. Le ragazze presenti, pur nello stesso contesto, hanno saggiamente evitato di unirsi al gesto.

La reazione della scuola

La reazione del corpo docente e della presidenza è stata immediata e ferma. La preside Paola Virogoso, senza esitazione, ha riaperto gli scrutini e abbassato i voti di condotta a tutti i partecipanti. Una decisione non banale, che sottolinea la volontà della scuola di dare un segnale inequivocabile. “Il voto di condotta oggi ha un peso specifico”, ha dichiarato la dirigente, evidenziando l’impegno dell’istituto nell’educazione civica. Pur definendola una “bravata dell’ultimo giorno”, ha chiarito che “serviva un segnale fermo a difesa dei valori della Costituzione”.

Il corpo docente, unito, ha firmato un documento esprimendo “ferma indignazione” e parlando di “richiami a ideologie che hanno calpestato la dignità umana“. L’eco di questa vicenda ha superato i confini scolastici, con alcuni genitori che, delusi dall’assenza di una condanna pubblica più veemente, hanno richiesto addirittura la revoca dei crediti scolastici per i responsabili. L’episodio del Malpighi non è un caso isolato, rievocando simili problematiche affrontate in passato anche dal liceo Montessori di Roma.

La questione del saluto romano in Italia è complessa. La Cassazione ha più volte sottolineato che tale gesto è sanzionabile solo se compiuto con intenzione politica e con l’obiettivo di ricostituire il partito fascista. La normativa di riferimento è la legge Scelba, approvata nel 1952, che vieta espressamente la ricostituzione del partito fascista. La legge prevede sanzioni per apologia del fascismo, inclusi l’uso di simboli e gesti fascisti, se finalizzati a scopi politici o eversivi. Il saluto romano, in tale contesto, può comportare da sei mesi a due anni di reclusione, qualora sia considerato una forma di propaganda.

Questo episodio riaccende un dibattito cruciale sul ruolo dell’educazione civica nelle scuole e sulla necessità di confrontarsi attivamente con i simboli del passato, affinché la memoria non sia un mero esercizio, ma un baluardo contro il ritorno di ideologie nefaste.

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