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“Ambigua e pericolosa!”. Prodi terrorizzato dalla Meloni: scoppia la polemica

Pubblicato: 29/07/2025 08:17
Prodi Meloni ambigua pericolosa

Parlare di Gaza è un dovere morale”. Così Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea e due volte presidente del Consiglio italiano, prende posizione su una delle crisi più drammatiche del nostro tempo. Le sue parole, pronunciate in un’intervista al Giorno, fanno eco al recente intervento del presidente francese Emmanuel Macron, che secondo Prodi rappresenta “una presa d’atto che bisogna in qualche modo decidersi se vogliamo trovare una soluzione, concordata o meno, nella tragedia che si sta consumando”.
Un commento diretto, chiaro, che punta il dito su una responsabilità collettiva e sull’urgenza di affrontare la questione palestinese in tutta la sua complessità.
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La situazione in Cisgiordania e la strategia di Netanyahu

Prodi non si limita a Gaza. Sposta lo sguardo su Cisgiordania, descrivendo un territorio ormai “ridotto a piccole enclave di palestinesi che non hanno più libertà di movimento”. A dominare, secondo l’ex premier, è il governo israeliano, che agisce direttamente o per mano dei coloni, sfruttando “la debolezza e anche la corruzione che l’Autorità Nazionale Palestinese ha avuto nel tempo”.
Ma l’analisi non si ferma qui. Prodi è netto nell’indicare l’obiettivo dell’attuale primo ministro israeliano: “Netanyahu vuole farla finita”. Una lettura che lascia poco spazio all’ambiguità e che evidenzia la rottura di ogni possibile equilibrio nella regione.

La posizione ambigua dell’Italia

In netta contrapposizione a quanto espresso da Prodi si colloca il punto di vista della premier Giorgia Meloni. Sebbene favorevole alla soluzione dei due Stati, la leader di Fratelli d’Italia ha dichiarato di non ritenerla attuabile “in un momento del genere”. Una presa di posizione che ha acceso il dibattito politico interno, attirando le critiche di una parte della sinistra, Prodi incluso.
Secondo l’ex premier, l’Italia ha perso il suo ruolo storico nella diplomazia mediorientale: “Non può più esercitare quell’influenza per la quale ha lavorato tanti anni e che ci è sempre stata riconosciuta da tutti”. Un’accusa pesante, che chiama in causa non solo l’attuale esecutivo, ma una progressiva perdita di credibilità culminata con l’azione del governo Meloni, ritenuto responsabile di “una accelerazione al processo di marginalizzazione”.

Un’Europa paralizzata

La critica non risparmia l’Unione Europea, incapace – secondo Prodi – di assumere decisioni rapide ed efficaci. La causa? “L’unanimità che ci sta paralizzando”. Una situazione che, per essere superata, richiederebbe “fare un referendum europeo per l’abolizione dell’unanimità”, una proposta ambiziosa che punta a ridare slancio all’iniziativa politica dell’Europa nei contesti internazionali più delicati.

Il ruolo di Trump e la nuova destra identitaria

A delineare il quadro globale della crisi, secondo Prodi, c’è anche il cambiamento avvenuto negli Stati Uniti con l’ascesa di Donald Trump. L’ex presidente americano viene accusato di avere “messo il sigillo su una tendenza che già c’era: l’indebolimento delle democrazie e l’aumento dell’autoritarismo”. Trump, sottolinea Prodi, “dialoga solo con Putin, Erdogan e forse con Xi. Disprezza la democrazia e il suo significato profondo”.
Un attacco che si estende al contesto europeo: “La nuova destra europea è sempre più identitaria. Ed è una china pericolosa. Basti ricordare i conflitti scoppiati nei secoli scorsi”. Un monito che suona come un avvertimento rispetto alle derive ideologiche che attraversano il continente.

Meloni tra Trump e l’Europa

Nel gioco di equilibri geopolitici, dove si colloca Meloni? Secondo Prodi, la premier italiana “sta con Trump senza poter rompere con l’Europa”. Una posizione definita “ambigua”, che non le consente di svolgere alcun ruolo di mediazione attiva. Anzi, la sua strategia viene letta come un “contratto di assicurazione per il suo futuro”, ma a caro prezzo: “Rende l’Italia periferica”.

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Ultimo Aggiornamento: 29/07/2025 10:24

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