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Il ghiacciaio si scioglie e vengono trovati i resti di un uomo. Poi la scoperta: era un soldato della Grande Guerra

Pubblicato: 25/08/2025 19:04

Il tempo e la natura hanno spesso la capacità di custodire la memoria molto meglio di quanto riescano a fare gli uomini. Ciò che viene celato per decenni sotto la superficie, un giorno riaffiora, portando con sé storie dimenticate e ricordi di epoche lontane. I ghiacciai, oggi sempre più fragili e soggetti al loro inevitabile arretramento, diventano così archivi silenziosi di eventi che hanno segnato la storia.

Ogni ritrovamento rappresenta un ponte tra presente e passato, un’occasione per ricostruire le vicende umane di chi visse in condizioni estreme, spesso lasciando dietro di sé soltanto silenzio e neve. Tra equipaggiamenti, divise e resti, ciò che riaffiora non è soltanto un corpo, ma la testimonianza di sacrifici e di una guerra che si consumò ad alta quota, nelle trincee di ghiaccio.

Il ritrovamento a quota 3.120 metri

Sono stati rinvenuti in alta quota, sul versante trentino dell’Adamello, i resti di un soldato che pare appartenesse all’esercito austroungarico e che perse la vita durante la Prima Guerra Mondiale. L’operazione di recupero è stata condotta dai carabinieri specializzati del Soccorso Alpino di Madonna di Campiglio, con il supporto dei militari della stazione di Carisolo.

Il ritrovamento è avvenuto sulla Vedretta di Lares, a quota 3.120 metri, al confine con la Lombardia, dove il progressivo scioglimento del ghiacciaio ha riportato alla luce parti della divisa e dell’equipaggiamento, rimasti sorprendentemente ben conservati grazie alle rigide temperature d’alta quota. La salma, invece, è risultata ormai quasi del tutto decomposta.

Analisi per il riconoscimento

L’intervento si è svolto sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia autonoma di Trento, con l’autorizzazione della Procura di Trento. I resti sono stati trasferiti presso il laboratorio della Soprintendenza, dove verranno sottoposti ad analisi specialistiche, dagli accertamenti autoptici agli approfondimenti storici, con l’obiettivo di arrivare, se possibile, al riconoscimento dell’identità del soldato.

I precedenti ritrovamenti

Non è la prima volta che la Vedretta di Lares restituisce testimonianze della Grande Guerra. Due anni fa, sempre a fine agosto, un altro soldato austroungarico era stato rinvenuto a quota 2.935 metri. Anche in quell’occasione, come oggi, il recupero fu affidato ai carabinieri del Soccorso Alpino, da anni impegnati non solo nelle operazioni di soccorso, ma anche in delicati interventi di recupero storico.

Tra gli episodi più significativi si ricorda quello dell’agosto 2022, quando vennero scoperti i resti scheletrizzati di dodici militari austroungarici, sepolti in una fossa comune sopra il Passo del Tonale. Testimonianze che continuano a riaffiorare, mantenendo viva la memoria di un conflitto che segnò profondamente queste montagne.

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