
Scontri a Udine durante la manifestazione pro Palestina, organizzata nel capoluogo friulano in occasione della partita Italia-Israele valida per le qualificazioni ai Mondiali. Nel tardo pomeriggio, in via della Vittoria, alcuni manifestanti hanno sollevato transenne e le hanno scagliate contro i mezzi blindati della polizia, che ha risposto con cariche, manganelli e lanci di lacrimogeni. Fino a quel momento il corteo, promosso da oltre 300 sigle tra collettivi, associazioni e movimenti, si era svolto in modo pacifico con l’arrivo previsto in piazza Primo Maggio.
Gli scontri a Udine sono proseguiti anche dopo la conclusione ufficiale della manifestazione pro Palestina, avvenuta poco prima del fischio d’inizio allo stadio Friuli. In diverse strade del centro, alcuni gruppi hanno continuato a lanciare sassi, bottiglie e persino pezzi di grondaia strappati dagli edifici. La polizia ha risposto con un fitto lancio di lacrimogeni e l’uso degli idranti antisommossa. In cielo, almeno un elicottero ha monitorato la situazione dall’alto per coordinare le operazioni.

La Rai condanna con fermezza ogni forma di violenza e intolleranza che si è verificata oggi a Udine in occasione del corteo pro Palestina, durante il quale una nostra giornalista di RaiNews24, Elisa Dossi, è stata colpita da una pietra mentre stava svolgendo il proprio lavoro di cronaca all’esterno dello stadio, in occasione della partita Italia-Israele. La collega è stata prontamente soccorsa e si trova ora al pronto soccorso di Udine, dove le vengono prestate le cure necessarie. La Rai esprime solidarietà e vicinanza a Elisa Dossi e a tutti i professionisti dell’informazione che ogni giorno operano con senso di responsabilità e coraggio per garantire ai cittadini un’informazione libera, corretta e completa. La violenza non può mai essere una forma di espressione o di protesta.

Nonostante il clima di tensione all’esterno, lo stadio Bluenergy di Udine ha aperto i cancelli ai circa 10.000 spettatori previsti per Italia-Israele, anche se in realtà sugli spalti erano presenti meno della metà. Durante il riscaldamento delle squadre, è partita una selezione di disco music ritenuta fuori luogo dal pubblico, che ha manifestato il proprio dissenso con fischi. La situazione è poi degenerata durante l’inno israeliano.
Al momento dell’esecuzione dell’inno nazionale di Israele, lo stadio è esploso in una bordata di fischi, coprendo quasi del tutto la musica. Un gesto che ha evidenziato ulteriormente il clima di tensione attorno all’incontro. Solo durante l’inno di Mameli, cantato coralmente dai tifosi italiani, l’atmosfera si è brevemente rasserenata. La partita è iniziata con un forte dispiegamento di forze dell’ordine all’interno e all’esterno dell’impianto.

La tensione è scoppiata anche mentre le due squadre si preparavano a scendere in campo. Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono stati segnalati a pochi minuti dal calcio d’inizio, sempre nel centro cittadino. Transenne, barriere stradali e oggetti contundenti sono stati utilizzati dai gruppi più radicali. La polizia ha risposto con lacrimogeni e cariche per disperdere i facinorosi.
Nel frattempo, l’arrivo della Nazionale di Israele allo stadio è avvenuto sotto scorta strettissima. Un lungo corteo di mezzi della polizia e un elicottero hanno accompagnato il pullman degli ospiti per tutto il tragitto. Ben più tranquillo l’arrivo dell’Italia, accolta da un timido applauso. I controlli sugli accessi per i tifosi sono stati rigidissimi, con varchi posizionati a distanza dalle aree più sensibili.
Solo un’ora prima, la consigliera regionale Serena Pellegrino (Avs) aveva dichiarato: «Il corteo si sta svolgendo in maniera pacifica e senza alcuna tensione». La situazione è però rapidamente degenerata, con l’arrivo allo stadio e l’aumento della tensione nei pressi di piazza Primo Maggio. Il dispositivo di sicurezza predisposto dalla questura ha evitato che gli scontri degenerassero ulteriormente, ma la serata resta segnata dai disordini.
Anche in altre città italiane si sono svolti presidi pro Palestina, come a Bologna, dove un gruppo di manifestanti si è ritrovato davanti alla sede della Rai per contestare la trasmissione della partita. L’Usb ha lanciato l’iniziativa sui social, definendo il boicottaggio sportivo “un elemento importante per rompere la propaganda sionista”. Sul posto, una ventina di persone con bandiere palestinesi si è posizionata pacificamente sul lato opposto della strada.
La serata di Udine, che doveva essere esclusivamente sportiva, si è trasformata in un evento politico e di piazza, con tensioni, cariche e contestazioni che riportano al centro il dibattito sul ruolo dello sport nei conflitti internazionali. Le indagini della Digos sono già in corso per identificare i responsabili degli atti violenti, mentre resta alta l’attenzione per le prossime tappe delle Nazionali coinvolte.