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Italia-Israele, scoppia il caos nelle strade: alta tensione, cosa sta succedendo

Pubblicato: 14/10/2025 20:38

Udine, 14 ottobre – In Piazza della Repubblica a Udine si è radunata una folla compatta, ma inferiore rispetto alle aspettative: niente 10.000 manifestanti, come annunciato alla vigilia, ma comunque centinaia di persone hanno sfilato per le vie della città. La manifestazione pro Palestina, organizzata dal comitato Udine per la Palestina, con la partecipazione della Comunità Palestinese del Friuli Venezia Giulia e del Veneto e oltre 300 sigle tra collettivi, associazioni e movimenti, ha animato il pomeriggio in una città blindata per motivi di ordine pubblico.

Il corteo si è snodato lungo il centro cittadino, mentre in serata è previsto allo stadio il match Italia-Israele, valido per le qualificazioni ai Mondiali. In testa al corteo un camioncino bianco, decorato con slogan come «Siamo tutti palestinesi», «Palestina libera» e «Non esiste sionismo buono», ha fatto da guida alle decine di sigle aderenti alla manifestazione. La tensione si è mantenuta sotto controllo, ma la presenza massiccia delle forze dell’ordine, tra polizia e carabinieri, è stata evidente per tutto il tragitto. Durante la manifestazione ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, che hanno fatto ricorso anche agli idranti per disperdere la folla.

Nonostante la firma del trattato di pace a Sharm el-Sheikh avvenuta solo ieri, i manifestanti hanno ribadito con forza le proprie posizioni. Lo slogan principale, riportato anche sul grande striscione di apertura, è stato: «Il primo giorno di pace sarà l’ultimo giorno di occupazione», lasciando intendere che la mobilitazione non si fermerà finché la questione palestinese non sarà completamente risolta secondo le loro richieste.

«Nessuno è libero senza Palestina libera», si leggeva su uno dei tanti cartelli agitati dai partecipanti. La piazza ha visto arrivare attivisti da tutta Italia, uniti in una protesta che, pur pacifica nei toni, ha richiesto la presenza di circa 1.000 agenti per evitare infiltrazioni o derive violente. La tensione era palpabile soprattutto attorno all’area dello stadio, dove l’incontro calcistico della Nazionale ha reso ancora più delicato il contesto.

A risentirne è stato il tessuto commerciale cittadino: molti negozi hanno abbassato le serrande per precauzione. «È una giornata di lavoro persa per noi», ha commentato un commerciante del centro. «Queste persone stanno manifestando per una pace che è stata firmata. Che senso ha tutto questo?». Il malcontento di parte della cittadinanza si è così sovrapposto alla protesta politica, acuendo la distanza tra manifestanti e residenti.

Tra le immagini simbolo della giornata, quella della “Statua della giustizia bendata”, portata in corteo e ideata dall’architetto friulano Tommaso Pascutti. L’opera, preannunciata alla questura e ritenuta non provocatoria, mostrava la personificazione della giustizia con in mano un cartellino rosso contro Israele, in riferimento alla richiesta di esclusione di Israele dalla FIFA e dalle competizioni sportive internazionali.

Secondo gli organizzatori, la manifestazione aveva lo scopo di denunciare quella che viene definita «la complicità sportiva internazionale» nel mantenere relazioni con Israele nonostante le «gravi violazioni dei diritti umani». In questo senso, la partita Italia-Israele è stata vista come un’occasione per rilanciare il boicottaggio sportivo come strumento di pressione politica.

La manifestazione si è conclusa senza scontri, ma in un clima di forte tensione. I partecipanti hanno lasciato la piazza scaglionati, sotto il controllo delle forze dell’ordine. Le autorità locali hanno espresso soddisfazione per l’assenza di incidenti, ma rimane alta l’attenzione per eventuali atti dimostrativi legati alla partita serale.

L’evento di oggi conferma quanto il tema della Palestina sia ancora fortemente divisivo, anche in Italia, e come lo sport, in certi contesti, diventi terreno di scontro simbolico per questioni ben più ampie. La partita di calcio tra Italia e Israele si è dunque caricata di significati che vanno ben oltre il risultato sul campo.

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