
Dopo il rilascio degli ostaggi israeliani, si è registrata una feroce e rapida mossa di Hamas per ribadire il proprio ruolo dominante e prendere saldamente posizione nella Striscia di Gaza, da nord a sud. Questa azione determinata e feroce è stata eseguita in particolare dalle unità di polizia del movimento, la Arrow Unit e, soprattutto, la Shadow Unit (Unità Ombra).
L’obiettivo principale è stato l’eliminazione delle sacche di resistenza rappresentate da alcuni clan, con notizie ufficiose che parlano di decine di vittime in attacchi mirati contro nuclei nemici.
Il ritorno in azione della Shadow Unit
I miliziani della Shadow Unit, noti anche come “ombre”, sono tornati a indossare la mimetica e la fascia verde, brandendo le loro armi. L’azione è stata eseguita subito dopo la consegna degli ostaggi, riprendendo una tattica già usata in passato: occuparsi degli avversari interni. Questa volta, l’attenzione si è concentrata sulla “famiglia” Daghmoush nel settore settentrionale e su altri gruppi sparsi nel resto della Striscia. Le indiscrezioni parlano di scontri a fuoco, persone eliminate e vere e proprie cacce all’uomo. Attraverso questa operazione, Hamas ribadisce con forza il suo ruolo di potere dominante, assicurandosi il controllo del territorio e cercando di annullare qualsiasi potenziale sfida interna da parte di clan storici o recenti.
Bersagli e avvertimenti
Oltre ai Daghmoush, nel mirino di Hamas sono finiti i seguaci di Hussam al Astal e Abu Shabab, descritti come piccole realtà emerse con l’ausilio di Israele. L’elenco dei bersagli si è esteso anche ai “collaborazionisti”, veri o presunti, che sono stati attivamente braccati dagli affiliati della Arrow Unit, un corpo nato specificamente per questo scopo.
Il metodo utilizzato è stato brutale e inteso come un chiaro avvertimento: uccisioni a sangue freddo, produzione di video espliciti e corpi lasciati in strada. Filmati inquietanti mostrano uomini inginocchiati, con le mani legate dietro la schiena, giustiziati da membri di Hamas. Questi video, diffusi sui social, in cui si vedono militanti del movimento islamista compiere esecuzioni sommarie di persone accusate di collaborazionismo con Israele, alimentano le preoccupazioni sul fatto che l’accordo di pace a Gaza sia in pericolo.
Nelle sequenze, individui armati, alcuni con le insegne di Hamas e il volto coperto, si posizionano dietro le vittime. Si sentono poi degli spari, e sette uomini inginocchiati cadono a terra, apparentemente morti. Una folla esultante grida “Allah Akbar” (Dio è grande), accusando gli uomini giustiziati di essere “collaborazionisti”, mentre filmano le atroci scene con i loro telefoni cellulari.
Origini e addestramento delle “Ombre”
La riapparizione degli uomini mascherati della Shadow Unit, con il loro caratteristico mefisto, non è una sorpresa. Essi sono stati addestrati per compiti speciali e missioni particolari, operando in un contesto dove le regole sono spesso dettate dalle circostanze del momento. Secondo alcune fonti arabe, la Shadow Unit sarebbe stata creata nel 2006 a seguito della cattura del soldato israeliano Shalit. L’idea venne dal vertice politico e, in particolare, dal leader delle Brigate al Kassam, Mohammed Deif (poi ucciso nel recente conflitto). L’intento era disporre di combattenti fidati, selezionati da reparti scelti, dall’intelligence e da località considerate più allineate agli ideali del movimento, tra cui Khan Younis.
Il Ministero dell’Interno ha poi replicato un’operazione simile con la creazione della Arrow Unit. I membri della Shadow Unit hanno ricevuto un training adeguato, l’equipaggiamento migliore e un trattamento privilegiato rispetto ai guerriglieri “normali”. Questa loro elevata preparazione e importanza ha inevitabilmente trasformato la Shadow Unit in un obiettivo primario per Israele, con numerosi dirigenti che sarebbero stati eliminati in raid mirati, perdite gestite con la massima segretezza, la stessa che un tempo circondava le loro operazioni.
Il contesto politico e la presa di posizione di Hamas
In questo momento di vuoto di potere e di attesa per la nascita di una forza di stabilizzazione internazionale, l’azione della Shadow Unit si rivela cruciale. Sebbene la fazione abbia a parole accettato la proposta americana per un governo tecnico a Gaza, questo scenario rimane una bozza e una mera dichiarazione di intenti. Per Hamas, le condizioni attuali sono ideali per far valere i fatti, i muscoli e la sua rilevanza indiscussa all’interno della società palestinese.
Dal canto suo, Israele interpreta queste azioni come una violazione, mentre l’amministrazione statunitense ha mostrato una certa tolleranza, almeno iniziale, verso quelle che sono state definite “scorrerie” o “aggiustamenti” inevitabili in un periodo di incertezza e transizione. Hamas sfrutta l’assenza di un’alternativa concreta e la lentezza della comunità internazionale per consolidare il proprio controllo, eliminando ogni focolaio di dissidenza interna che potrebbe minare la sua autorità una volta che il nuovo assetto politico dovesse prendere forma.