
Un’ondata di indignazione sta travolgendo i Young Republicans, l’organizzazione giovanile del Partito Repubblicano statunitense, dopo la pubblicazione di oltre 2.900 pagine di chat Telegram contenenti frasi shock a sfondo razzista, antisemita e violento. Secondo quanto riportato da Politico, i messaggi sono stati scambiati da dirigenti dei gruppi giovanili di New York, Kansas, Arizona e Vermont, e rivelano un linguaggio intriso di odio e retorica estremista.
Commenti razzisti e violenti nelle chat private
Tra i messaggi più inquietanti, uno dei protagonisti, Peter Giunta, leader dei giovani repubblicani di New York, avrebbe scritto: «Chiunque voterà no andrà nelle camere a gas», riferendosi alle elezioni interne per la presidenza nazionale dell’organizzazione, che conta circa 15.000 membri tra i 18 e i 40 anni. A quella frase, un altro membro avrebbe risposto ironicamente: «Possiamo fare delle docce? Le camere a gas non si sposano con l’estetica di Hitler», mentre una giovane repubblicana avrebbe aggiunto: «Sono pronta a vedere persone che bruciano».
In altri scambi, compaiono frasi che definiscono gli afroamericani “scimmie” e “popolo del cocomero”, oltre a commenti in cui lo stupro viene descritto come “epico” e dichiarazioni dirette come “amo Hitler”. Un linguaggio che, secondo Politico, delinea «una cultura dove razzismo, antisemitismo e retorica violenta circolano liberamente» tra i giovani militanti conservatori, in un clima politico radicalizzato dall’era Trump.

Le reazioni politiche e le accuse di “killeraggio interno”
Da quando Politico ha iniziato a chiedere commenti sui contenuti, due dei partecipanti alle chat sono già stati rimossi dai loro incarichi, mentre diversi esponenti repubblicani — tra cui la deputata Elise Stefanik, vicina a Donald Trump — hanno condannato pubblicamente i messaggi, definendoli incompatibili con i valori del partito.
Giunta, al centro dello scandalo, ha replicato sostenendo che si tratta di un complotto orchestrato contro di lui: «È un coordinato killeraggio che va avanti da un anno guidato da Gavin Wax e dal club dei giovani repubblicani di New York City», ha dichiarato, accusando i suoi rivali di “estorsione” per aver consegnato le chat al giornale. Tuttavia, lo stesso dirigente ha poi aggiunto: «Mi scuso con coloro che si sono sentiti offesi dal linguaggio insensibile e ingiustificabile riscontrato nei 28.000 messaggi della chat che avevo creato durante la campagna per guidare i giovani repubblicani».

L’allarme degli esperti
Sul caso è intervenuto anche Joe Feagin, docente di sociologia alla Texas A&M University, da anni studioso dei fenomeni di razzismo negli Stati Uniti. «Più l’atmosfera politica è aperta e libera, come è stato con l’avvento di Trump e di un partito repubblicano più di estrema destra, più i giovani e gli anziani sono disposti a fare battute razziste in pubblico e in privato», ha osservato, aggiungendo che il fatto che tali frasi provengano da giovani leader politici è particolarmente preoccupante, «perché agiranno in linea con queste posizioni».