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Zaia si candida capolista in tutte le province: sfida ai veti di Fratelli d’Italia e messaggio a Salvini

Pubblicato: 15/10/2025 21:49

È tornato il tono delle grandi campagne elettorali, quello che in Veneto accompagna Luca Zaia ogni volta che scende in piazza. Stavolta non come candidato alla presidenza, ma come uomo di partito. Il governatore ha annunciato di voler essere capolista in tutte le province, aprendo a Padova la corsa per Alberto Stefani, il deputato scelto dal Carroccio per guidare la sfida regionale del 2025. “Posso capire tutto ma non i veti – ha detto dal palco del Palageox – e allora ho solo una soluzione: mi candido capolista in ogni provincia”. Un messaggio chiaro, rivolto tanto agli alleati quanto ai dirigenti di partito, per dire che il Veneto resta la sua casa politica.

Il Veneto come terreno di scontro

L’ovazione che ha accolto Zaia è la misura di un consenso che non conosce stanchezza. Il governatore ha ricordato le emergenze del suo lungo mandato – dall’alluvione del 2010 alla tempesta Vaia, dal Covid alla tragedia dei carabinieri di Castel d’Azzano – come simboli di un Veneto che non si piega, ma si rialza ogni volta. Poi la stoccata: “Dobbiamo prendere più dei lombardi”, un modo per riaffermare il primato veneto nel Nord produttivo e, insieme, la sua distanza dal pragmatismo di Attilio Fontana.

I veti di FdI e il messaggio alla Lega

La frase sui “veti” è una frecciata diretta a Fratelli d’Italia, che da mesi guarda con sospetto alla popolarità di Zaia. L’idea che il governatore potesse oscurare il candidato ufficiale della Lega ha alimentato tensioni nella coalizione, soprattutto tra i meloniani veneti, convinti che la sua presenza renda difficile la crescita di nuove figure. Zaia risponde con una mossa d’orgoglio: non si fa da parte, ma si moltiplica, presidia il territorio e mostra di essere ancora l’uomo capace di trainare il consenso leghista.

Dentro la Lega, la sua scelta è letta come una prova di forza verso Matteo Salvini: un modo per dire che il Nord non può essere ridotto a retrovia e che il modello veneto resta il vero marchio del partito. Nessun ritorno personale, dunque, ma la difesa di un’eredità politica che Zaia non intende lasciare in mano ad altri. Perché, nel Veneto del 2025, la Lega è ancora lui.

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Ultimo Aggiornamento: 15/10/2025 21:50

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