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“Una cortigiana”. Giorgia Meloni insultata così sotto gli occhi di Floris: caos totale in studio (VIDEO)

Pubblicato: 16/10/2025 08:00

ROMA – Uno scenario già visto. Quando la sinistra si trova in difficoltà, spesso reagisce con una strategia nota: accusare, fuggire dalle responsabilità – anche dagli studi televisivi – e, soprattutto, attaccare l’avversario politico con toni sopra le righe. A incarnare perfettamente questa modalità è ancora una volta Maurizio Landini, segretario della Cgil, che durante l’ultima puntata di DiMartedì su La7 ha rivolto pesanti accuse alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivando a definirla “la cortigiana di Trump”.
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Il tema era il conflitto in Medio Oriente e le posizioni assunte dall’Italia in ambito internazionale. Secondo Landini, Meloni avrebbe dimostrato una “totale subalternità” nei confronti dell’ex presidente americano. “Non ha mosso un dito – ha dichiarato il leader sindacale –. Per fortuna ci sono stati i cittadini italiani che sono scesi in piazza a difendere la dignità e l’onore del Paese”. Un’affermazione che ha immediatamente innescato una polemica.

Il passaggio più discusso, però, è stato l’uso del termine “cortigiana“, percepito da molti come sessista e fuori luogo, soprattutto considerando la posizione istituzionale della premier. Una scelta di parole tanto più sorprendente se si considera la tradizionale attenzione che a sinistra viene rivendicata su linguaggio di genere e pari dignità delle donne nella vita pubblica e politica.

A notarlo è stato anche Giovanni Floris, conduttore del talk show, che ha cercato di riportare il dibattito su un terreno più equilibrato. “Cortigiana verrà ripreso, perché è un termine in qualche modo sessista – ha osservato Floris –. Intende dire: stare sulla scia di Trump senza incidere?”. Un tentativo di chiarimento per evitare che la polemica esplodesse oltre misura.

Maurizio Landini, colto di sorpresa, ha cercato di correggersi: “Beh, certo. Intendo stare alla corte di Trump, essere il portaborse di Trump”. Una rettifica che, però, non è bastata a evitare l’ondata di critiche, anche da parte di esponenti del centrosinistra e commentatori vicini al mondo progressista, che si sono detti imbarazzati per il tono usato.

Sui social, intanto, è partita una raffica di reazioni. Molti utenti hanno denunciato l’ipocrisia del sindacato: “Sempre pronti a dare lezioni su linguaggio inclusivo, ma poi chiamano ‘cortigiana’ una donna solo perché non condividono le sue scelte politiche”, scrive un utente. Altri si chiedono se la Cgil prenderà posizione ufficiale sulle parole del suo segretario.

Non è la prima volta che Landini finisce al centro della polemica per uscite infelici in tv. La sua frequente presenza a DiMartedì è vista da alcuni come una strategia per mantenere visibilità in un momento in cui il sindacato fatica a intercettare il consenso popolare, specie tra i giovani e nel settore privato. Ma attacchi personali e uscite ambigue rischiano di indebolire ulteriormente l’immagine del sindacato.

Queste frizioni si inseriscono in un clima politico teso, dove i toni si fanno sempre più accesi e lo spazio per il confronto civile sembra restringersi. L’attacco a Meloni, peraltro, arriva in un momento in cui il governo è già impegnato su più fronti: crisi internazionale, manovra economica e tensioni sociali interne. E in questo contesto, dichiarazioni come quelle di Landini rischiano di polarizzare ulteriormente l’opinione pubblica.

Il dibattito resta acceso, ma una cosa è certa: usare parole come “cortigiana” contro una donna premier è un scivolone comunicativo difficilmente difendibile, soprattutto per chi – come Landini – rivendica una lunga militanza nel campo della difesa dei diritti e dell’uguaglianza. E ora si attendono le reazioni ufficiali, anche dal mondo politico.

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Ultimo Aggiornamento: 16/10/2025 08:36

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