
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sollevato un nuovo e significativo elemento di incertezza nella politica di deterrenza globale, dichiarando che gli Stati Uniti sono pronti a condurre test nucleari nel caso in cui anche altre nazioni decidano di intraprendere tale percorso.
La dichiarazione, rilasciata ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, è stata netta nella sua condizionalità ma ha mantenuto un’ambiguità cruciale riguardo la natura esatta dei test a cui il Presidente si riferiva. “Faremo dei test, sì, e se altri Paesi li faranno. Se loro lo faranno, lo faremo anche noi,” ha affermato Trump, stabilendo chiaramente un principio di reciprocità e risposta immediata in materia di capacità nucleare.
L’ambiguità sulla natura dei test
Il riferimento ai “test” non chiarisce se il Presidente Trump intendesse la ripresa dei test nucleari esplosivi completi, che gli Stati Uniti hanno sospeso dal 1992, o se si riferisse a test subcritici o ad altre forme di simulazioni e sperimentazioni non esplosive, condotte regolarmente per garantire l’affidabilità dell’arsenale nucleare statunitense senza violare il Trattato di bando completo dei test nucleari (CTBT).
Questa deliberata ambiguità ha l’effetto di aumentare la pressione diplomatica sulle nazioni che possiedono armi nucleari, suggerendo che Washington potrebbe rompere il gentlemen’s agreement internazionale che ha mantenuto la moratoria sui test esplosivi per decenni, qualora altri competitor decidessero di farlo.
Le implicazioni sulla stabilità internazionale
La dichiarazione di Trump introduce un elemento di maggiore instabilità nel contesto geopolitico. La ripresa dei test esplosivi da parte di una potenza come gli Stati Uniti, anche se in risposta a una mossa altrui, potrebbe innescare una nuova e pericolosa corsa agli armamenti nucleari a livello globale.
La politica di deterrenza americana si basa, da oltre trent’anni, sul mantenimento di un arsenale nucleare sicuro e affidabile attraverso simulazioni avanzate e il mantenimento della moratoria sui test esplosivi. L’apertura alla possibilità di riprendere le esplosioni nucleari, seppur condizionale, segna un potenziale cambiamento radicale nella politica di sicurezza nazionale e potrebbe minare gli sforzi internazionali per il non proliferazione e il controllo degli armamenti.


