
La prontezza di una madre ha cambiato il destino della figlia, vittima da anni delle violenze del marito, un tunisino di 27 anni, e dei suoi familiari. La giovane, sposata dal 2020, veniva picchiata «quotidianamente» e trattenuta con la forza in Tunisia, dove le veniva impedito di rientrare in Italia. Tutto è cambiato quando, durante una videochiamata, la madre l’ha vista «con il naso sanguinante», in lacrime, mentre raccontava che il marito e i parenti «le impedivano con botte e violenza di rientrare in Italia». La donna, sconvolta, si è presentata subito all’Ufficio Denunce del commissariato di Pontedera per chiedere aiuto.
Le indagini e l’intervento internazionale
Gli investigatori spiegano che la madre si era decisa a denunciare dopo aver compreso la gravità della situazione, che durava ormai da anni. La questura conferma che tutto è iniziato «quando la madre della giovane maltrattata si è recata, disperata, presso l’Ufficio Denunce del Commissariato di Pontedera ove chiedeva aiuto per la situazione della figlia». Da quel momento gli agenti della squadra mobile e del commissariato hanno avviato un lavoro serrato, coinvolgendo subito l’Interpol. La collaborazione internazionale ha permesso, nel giro di pochi giorni, di rintracciare la giovane in territorio tunisino e di organizzare il suo rientro in Italia in condizioni di sicurezza.
Il ritorno in Italia e la scelta difficile
La ragazza, una volta tornata, non ha voluto querelare il marito, scelta che le autorità definiscono comprensibile alla luce del trauma e del lungo periodo di soggezione psicologica. Ciononostante, le prove raccolte — testimonianze, referti, ricostruzioni fornite dalla madre e riscontri investigativi — hanno permesso alla Procura di procedere autonomamente. Il quadro emerso è apparso talmente grave che è stata richiesta e ottenuta un’ordinanza di custodia cautelare per maltrattamenti in famiglia.
La cattura del marito
Nel frattempo, anche l’uomo era tornato in Italia. Rendendosi conto delle indagini in corso, ha tentato una breve fuga, ma la latitanza è durata poco. La squadra mobile e gli agenti di Pontedera, che lo cercavano da giorni, lo hanno individuato nei pressi della stazione ferroviaria di Pisa. A quel punto il 27enne è stato bloccato e arrestato in esecuzione della misura cautelare.
La vicenda, oltre alla violenza subita dalla giovane, mette in luce l’importanza dell’intervento tempestivo dei familiari e il ruolo cruciale delle collaborazioni internazionali. Senza la segnalazione della madre e l’azione coordinata con l’Interpol, la donna sarebbe probabilmente rimasta ancora a lungo prigioniera delle violenze.


